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RIACQUISTO DELLA CITTADINANZA: UN DOVERE DELL’ITALIA, NON UN REGALO

Con emozione, vi allego il testo di un’intervista rilasciata qualche giorno fa al giornale “America Oggi” sul tema del riacquisto della cittadinanza italiana


Ho capito che fosse qualcosa di profondamente doloroso quando ho cominciato a leggere le vostre prime lettere, all’inizio della mia esperienza come autrice e conduttrice a Rai International nell’anno 2000. Dall’inchiostro di quelle parole trasudava un senso di avvilimento contagioso, che ti si attacca addosso e non va via. Dinanzi a ciò, frenare la propria emotività e non rimanere intrappolati nel turbinio di emozioni è impensabile, quasi inumano.

Vi avevo promesso che avrei dedicato questo spazio ad un tema caro a molti di voi: il riacquisto della cittadinanza da parte degli italiani che l’hanno persa in seguito ad espatrio. Per anni, nei programmi su Rai International, me ne sono occupata ed interessata, trattando più volte l’argomento con degli esperti. Ho intervistato molti di voi, ascoltandone le storie, i racconti, i tormenti. Ho toccato con mano quel senso di frustrazione che vive ed arde in chi ha un pezzo di sé che gli è stato sottratto.

Provate ad immaginare voi stessi. Quale sensazione avreste se il vostro battito, il vostro respiro ed i vostri affetti parlassero italiano, ma legalmente non foste riconosciuti cittadini italiani? Mi permetto di rispondere io: avreste una ferita aperta, che perde sangue, in silenzio.

Per migliaia di italiani nel mondo l’ingiusta perdita della cittadinanza è un vulnus, un vuoto, uno strappo morale che da troppo tempo ormai esige risposte concrete, efficaci e all’altezza di un Paese civile quale è l’Italia. Risposte che noi parlamentari oggi siamo chiamati a dare per quel fondativo senso di giustizia che nutre le Istituzioni che in Parlamento noi eletti rappresentiamo.

Quegli uomini e quelle donne, nonostante lo scorrere dei decenni, hanno impresso indelebilmente dentro di loro le proprie origini e la propria italianità. Espatriando, la quasi totalità di essi non ha mai interrotto il rapporto con la nostra amata Italia. Si può perdere la cittadinanza, ma il senso di appartenenza alla tua comunità originaria nessuno te lo può strappare via. Con questa condividi uno straordinario patrimonio di valori e profonde radici storico-culturali che è impensabile estirpare. Immagino, comunque, che queste siano sensazioni già provate da molti di voi sulla loro stessa pelle.

Durante le scorse settimane ho lavorato su una proposta, limando e pesando ogni singola parola. Meritano una risposta tutti quei cittadini nati in Italia, figli di almeno un genitore italiano, che hanno perso la cittadinanza in seguito ad espatrio. Non vi nascondo che questo tema sia il motivo fondativo che mi ha spinto a candidarmi al Senato, abbandonando per ora il mio percorso televisivo. Credo infatti che sia un obbligo morale adoperarsi affinché questa ferita profonda venga sanata, semplificando le attuali complesse procedure di riottenimento della cittadinanza. Per questo ho fortemente voluto che il mio disegno di legge – così si chiama formalmente – fosse presentato nella prima seduta d’Aula disponibile dopo la formazione del Governo, ovvero il 12 giugno. Tra qualche giorno sarà disponibile nel sito del Senato, nella sezione “Leggi e Documenti”, e potrete leggerne il testo.

Credo che lo Stato dovrebbe garantire, a quelli che sono a tutti gli effetti figli della nostra terra, procedure rapide, snelle e facilmente accessibili per il riacquisto della cittadinanza. Senza porre requisiti ingiustificati ed iniqui. In tal modo, verrebbe saldato un debito morale nei confronti di coloro i quali hanno perso lo status di cittadino a causa di leggi datate e da considerare, al giorno d’oggi, superate. Questo è un dovere che l’Italia ha, non è un regalo.

Sarebbe ingiusto non riconoscere l’impegno che, in questi anni, alcuni dei parlamentari hanno dedicato a questo tema. Dal 2006 ad oggi, dagli eletti all’estero di tutti gli schieramenti, sono stati presentati all’incirca quaranta progetti di legge in materia di perdita della cittadinanza. La questione rimane, però, ancora irrisolta. Il problema, come sottolineavo la scorsa volta su queste pagine, non è il “cosa” ma il “come”. L’iter che ciascuna proposta deve affrontare è tortuoso e pieno di ostacoli. Tanto che spesso molte rimangono incastrate negli ingranaggi della macchina del Parlamento, persino prima di poter approdare in Aula. Si tratta di un congegno complesso in cui anche le migliori intenzioni possono arenarsi. Proprio per questo motivo, è bene che voi sappiate che non presenterò decine e decine di disegni di legge solo per adornare o riempire qualche sito. Non credo che gli italiani all’estero traggano beneficio da superflue proposte di bandiera.

Sperare che in tempi brevi la questione possa essere risolta sarebbe quindi utopistico ed irreale. Tuttavia, voglio continuare a richiamare con forza l’attenzione su quanto sia importante non rimanere indifferenti di fronte alla reale esigenza della perdita della cittadinanza. Milioni di italiani nel mondo guardano noi eletti in Parlamento, ci osservano e ci giudicano per quell’attenzione di cui finora si sono spesso sentiti orfani.


13 Commenti a “RIACQUISTO DELLA CITTADINANZA: UN DOVERE DELL’ITALIA, NON UN REGALO”

  1. Vittorio Cassone ( San Paolo , Brasile )

    Francesca, riguardo a me non si tratta di perdita della nazionalità italiana. Emigrato con 15 anni, hò dovuto acquistare la cittadinanza brasiliana per poter svolgere il mestiere di avvocato, mantenendo la cittadinanza italiana.

    Le mie due figlie, maggiorenne e sposate con una figlia ciascuno, non riescono ad havere la cittadinanza italiana, e devono cercare di havere la cittadinanza portoghese via nonni della mia moglie.

    Ed io dico: perchè queste difficoltà? Non è il caso delle mie figlie andare a habitare in Italia, ma viaggiare per visitare l’Italia e qualche altro paese dell’Europa, como già hà fatto la prima figlia, marito e figlia de 12 anni, l’anno scorso. Anzi, approfitto per dire che li son piaciuto molto l’Italia, i di modo speciale i pasti, molto superiori ai pasti francesi e inglesi – mi hanno raccontato.
    É appena un registro – non si preoccupi.
    Forte abbraccio.
    Vittorio


  2. mariella galante ( Vicente Lopez, Buenos As. , argentina )

    Forza francesca ce la farai lotta !!!!!!


  3. Vincenzo Bordenca ( Toronto , Canada )

    Cara Francesca, ho seguito con molta attenzione i tuoi spostamenti e la tua recente elezione. I miei complimenti per la tua perseveranza. Come un “vero” italiano, nato in Campania al quale e’ stato sottratta la sua cittadinanza senza il dovuto consenso sono piu’ che interessato a seguire l’evoluzione di questa nuova proposta e ti offro i miei migliori auguri per il proseguimento di questa proposta di legge sperando che questa sia la volta buona….


  4. Maria Rosa Colombo ( Lujan , Argentina )

    Mia cara FRANCESCA lo sapevo che il tuo sarebbe un lavoro fantastico…….non aspettavo meno di te……continua sempre con la tua grinta……sei forte senatrice!!!! Ancora non hai ricevuto notizie mie cartaccie?????
    Baci!!!!!! a te e a tutti in salotto


  5. Giuseppe Pampena ( Norwalk )

    Brava senatore Francesca. Verissimo non è un regalo, ma un sacrosanto diritto per tutti gli italiani che sono nati in Italia. Speriamo che la giusta legge sarà approvata. Grazie mille ?


  6. Sueli Franco ( São Paulo , Brasil )

    Brava Francesca!!!! Sei fantastica!!!
    Grazie tanto.
    Sueli


  7. Francesco ( Toronto On, )

    Ciao Francesca, una buonissima idea, a non perdere la cittadinanza del tuo paese nativo.
    Ci sono molte cose che vorrei dire, ma in questo momento, non me la sento,
    Comunque, voglio salutare tutti, gli amici di questo blog.
    Ed in saluto ed in abbraccio, alla piu, amata senatrice…
    Ciao Francesca….
    Francesco


  8. Giorgio Turri ( Middletown, CT , USA )

    Cara Francesca,
    complimenti per il successo personale conseguito in campo politico.
    Per quanto riguarda il riacquisto della Cittadinanza Italiana da parte degli Italiani all’Estero credo che sia una cosa scontata.
    Credo altresi’ che la Cittadinanza Italiana debba essere automaticamente rilasciata anche ai loro figli.
    In tempi di sfrenata immigrazione illegale come quelli odierni, credo sia imperativo per un Paese come il nostro, dare precedenza a chi Italiano lo e’ per sangue, facendo rientrare in Patria i tanti Italiani all’Estero che da tempo sognano il rientro.
    Grazie Francesca per aver intratreso (o meglio, ripreso) questa battaglia per gli Italiani all’Estero. Buon Lavoro.Un abbraccio,
    Giorgio


  9. alba Cuozzo ( Tucumán , Argentina )

    Carissima Francesca … sempre molto gradita la tua presenza. Sei una molto bellea persona e ti amiamo. Sempre pensando a noi. Ti diró che io e le mie figlie abbiamo avuto la cittadinanza e anche votiamo quando ci arrivano i voti. Iddio ti benedica . Grazie..Grazie Grazie. baci cari alba e figlie.


  10. salvatore bernardo ( caracas , venezuela )

    Auguri e complimenti vai avanti con qualunque iniziativa che possa aiutare a gli italiani all’ estero, sopratutto quelli del venezuela che come di sicuro sei a conoscenza della situazione
    Forza e avanti!!!!


  11. Paolo Bacigalupo ( Valparaiso , Cile )

    Cara Francesca

    Complimenti . Non potevi fare a meno : il tuo primo “disegno di legge” a presentare al Senato, mostra immediatamente la tua coerenza e impegno per rappresentare, come senatrice, tanti italiani all’estero, senza voce per anni.

    In molte delle nostre comunitá italiane, a volte ci sembra di vedere una asimetria brutale, tra la facilitá con cui in molti casi viene acquisita la cittadinanza, da persone che non hanno assolutamente nessun affetto speciale ne legame vero con l’italia, tranne discendere in terza o quarta generazione da italiani, nel confronto di
    persone proprio nate in Italia, che come ben dici, anche se espatriate non hanno mai perso il rapporto con la Madre Patria… che invece sono state private, senza volerlo ne consentirlo, dalla loro vera, legale e sentita cittadinanza.

    Perció, celebriamo la tua iniziativa e speriamo che la tua lotta contra i mulini di vento della burocrazia ti veda vincente, come tante altre volte, per portare questa doverosa “riparazione morale” a tanti connazionali ingiustamente privati del suo sacro diritto alla cittadinanza. Non é un regalo, non é un favore dello Stato…é un diritto per tanta gente che “fa Italia” sparsa per il mondo.

    Forza Francesca !!!

    Paolo Bacigalupo


  12. nicolina magnotta ( lomas de zamora , argentina )

    Ciao cara Francesca, soltanto voglio augurare che per tuo intermezzo gli italiani all’estero riacquistino la cittadinanza italiana, non è il mio caso, comunque auguro a te e tutti che si risolva il problema al più presto, un cordiale saluto per tutti e particolarmente a Francesca, buone cose, Nicolina.


  13. Giuseppe Biviano ( Hampton Park , Australia )

    Carissima Sen.Francesca. buongiorno come stai!
    Stai facendo un ottimo lavoro. Da buon Italiano sarebbe un dovere riasquistare di nuovo la cittadinanza Italiana.Comunque vada aspetto come si mettono le cose.
    Auguri e complimenti per il tuo lavoro che fai. Una buona giornata
    saluti e un grande abbraccio.
    Giuseppe fans n.1.xxx


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