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‘NA TAZZULELL ‘E CAFE CON LOREDANA PUCA, RICERCATRICE NAPOLETANA A NEW YORK

 

È un fine settimana uggioso, rasserenato dalla vista che si dispiega su una delle tante terrazze che sovrastano l’orizzonte infinito di Manhattan. Una “tazzulella e café” come cantava Pino Daniele, riscalda il corpo e l’anima. Per un attimo, l’aroma che proviene dalla tazzina mi inganna, i chilometri che mi separano dall’Italia sembrano sbriciolarsi. Un ponte con l’Italia sembra materializzarsi. In parte è così, perché accanto a me, sorseggiando un caffè, c’è anche Loredana Puca, una ricercatrice napoletana. La mia recente visita a New York in occasione del Columbus Day mi ha dato modo di approfondire e di scrutare più da vicino la natura ed i caratteri di un’emigrazione relativamente nuova: quella dei giovani ricercatori.

Loredana ha un volto dai colori mediterranei che tradiscono le sue origini partenopee. Svolge attività di ricerca presso la Weill Cornell Medicine di New York. Poco più di trent’anni e un talento “Made in Italy”. Quattro anni fa ha preparato le sue valigie per la Grande Mela. Conoscerla mi ha permesso di capire qualcosa in più sulla realtà di chi, come lei, affronta un viaggio oceanico carico di speranza. Un viaggio diverso dalle traversate in nave del secolo scorso ma pur sempre segnante e non privo di difficoltà. Si tratta di una mobilità che interessa molti giovani talenti italiani. Non ci sono ingredienti fantomatici ad aver portato Loredana a New York e ad averle permesso di costruire il suo talento. Si è trattato soltanto – si fa per dire – della sua “voglia di scoprire e di conoscere”: non basta proporsi attraverso le righe di un curriculum. “Osare” è la parola cruciale, è la chiave che apre le porte nel mondo della ricerca. A tal proposito, gli Stati Uniti sono un Paese esemplare; vengono concessi fondi ai ricercatori affinché “osino”. Solo osando – è convinta Loredana – si raggiungono delle scoperte. “Avere un’idea e metterla in pratica è ciò che un ricercatore vuole fare ed il sistema americano ti permette di svilupparle”.

La ricerca di Loredana riguarda il cancro alla prostata, una question che solo apparentemente è limitata al mondo maschile. In questo vi confesso che le sue parole sono state luminose ed illuminanti: a beneficiare delle sue ricerche non sono soltanto gli uomini. Se si affronta il tema da una diversa prospettiva, si comprende che quello alla prostata è “un problema che affligge intere famiglie”. Il cancro alla prostata ha un’alta incidenza, è una delle principali cause di morte nel mondo. Loredana ha individuato una terapia in grado di riconoscere le cellule tumorali e non intaccare i tessuti sani. La sua ricerca le è valsa un ambito premio, il “Merit Award”, riservato ai talenti di tutto il mondo che operano nel campo dell’oncologia. Premio ancor più meritato se si considera che essere una donna nel mondo della scienza significa “dover dimostrare quasi ogni giorno di valere”. La scienza per lei rappresenta l’esigenza di voler dire qualcosa, di voler lasciare un’impronta, una traccia. La stessa necessità degli scrittori: non è un caso che Loredana scriva poesie in dialetto napoletanto sin dalla tenera età.

Sono migliaia e migliaia i ricercatori italiani che hanno lasciato l’Italia alla volta degli Stati Uniti, mettendo in valigia la speranza di poter realizzare ciò che il nostro Paese non gli ha permesso. Intelligenze scivolate via, altrove. Menti incredibili lasciate andare, senza il minimo tentativo di farle desistere. Questa nuova emigrazione spesso viene considerata più semplice, più agevole rispetto al passato, per via della conoscenza della lingua locale, di canali di comunicazione immediati. Si pensa che l’allontanamento, in questi casi, sia uno strappo meno doloroso. Invece, Loredana mi ha confermato quanto ho approfondito in altri viaggi, con altre persone. Le sue parole mi colpiscono. Da quando è negli Stati Uniti il suo patriottismo è sbocciato: “quando parlo con colleghi mi trovo a difendere o ad elogiare l’italia”, mi racconta. Cosa che forse – aggiunge – “non appartiene a molti italiani che vivono in Italia”. Loredana mantiene intaccato il ricordo di alcuni momenti di quando viveva in Italia: quelli più spensierati della sua adolescenza e quelli più recenti della sua formazione universitaria. A questo proposito, ci tiene a riconoscere che l’Italia ha avuto il grande merito di formarla, di farle apprendere quegli strumenti a cui oggi deve i suoi traguardi e che le permettono di competere con i colleghi di tutto il mondo. Questo, per lei, è “motivo di vanto e di orgoglio”. Per Loredana la casa non è un luogo fisico, ma è qualcosa che custodisce dentro. L’Italia è dentro di lei quando è a New York; quando torna a Napoli, tra i suoi affetti, porta con sé gli Stati Uniti. Ci sono entrambe le realtà che in lei coesistono, interagiscono, si sovrappongono e, talvolta, si contrastano. Qualche tempo fa trattai a Rai International il tema dei ricercatori italiani all’estero. Intervistai Sergio Nava, un giornalista di Radio24 che aveva da poco pubblicato il suo libro “La fuga dei talenti”. Un aspetto ora, come allora, mi lascia interdetta: i talenti come Loredana torneranno in Italia? Qualora tornino, in che modo il nostro Paese sarà in grado di accoglierli? I giovani che partono per poi tornare costituiscono un gemma preziosa per il nostro Paese. Tornano con un bagalgio più pesante, pieno di nuove conoscenze e di nuovi saperi.

I loro occhi hanno osservato il nuovo, hanno incrociato mondi mai visti. Tuttavia, la loro partenza sempre più spesso prevede biglietti di sola andata. Negli ultimi anni i dati che immortalano il fenomeno dei “talenti con la valigia in mano” ha registrato una situazione allarmante. La fotografia è quella di paesi che si svuotano, di radici portate altrove e, soprattutto, di intelligenze emigrate forse per sempre. Milioni e milioni investiti dall’Italia nella loro formazione che si frantumano quando il loro potenziale arricchimento all’estero si trasforma in un addio. Il tempo scorre e tutto ciò richiede un’analisi ed un intervento che non può più essere rimandato.

articolo pubblicato su Oggi 7 , inserto di America Oggi, di domenica 21 ottobre 2018


12 Commenti a “‘NA TAZZULELL ‘E CAFE CON LOREDANA PUCA, RICERCATRICE NAPOLETANA A NEW YORK”

  1. Maria Rosa Colombo ( Lujan , Argentina )

    Cara FRANCESCA grazie per farci conoscere LOREDANA………alla che faccio tanti complimenti per il lavoro che svolge…….e che come tanti fa brillare l`ITALIA all`estero!!!!!!!!!
    Un grande bacio a te e a tutti gli amici in salotto!!!!!


  2. Maria Brogan ( Westbury, New York , USA )

    Ciao Francesca,
    Ti mando un bacio dalle cascate Melia Ignazu, Argentina un posto meraviglioso. Siamo in giro in Sud America ed abbiamo pure incontrato Mariel Lippi in Buenos Aires ( un’altra amica del blog)
    Mi dispiace che non ti abbiamo visto alla parata.
    Adesso io e Conal prenderemo un buon espresso in tuo onore.
    Ti abbraccio


  3. José Roberto Cersosimo ( San Paolo , Brasile )

    Ciao Francesca, come stai?
    Lavoro fondamentale quello di Loredana.
    Ringrazio a lei ed a te per pubblicare questa matéria e credo che come Loredana ci sono centinaia di ricercatori in tutto il mondo.
    Abbraccio forte.
    José Roberto


  4. Maria ( Montreal , Quebec )

    Carissima Francesca ciao,che bello questo video,che bella e brillante ragazza,complimenti Loredana Puca,quanta bravura c’è ingiro per il mondo.
    Complimenti a te carissima Francesca per la tua bravura.
    Complimenti per l’eleganza.
    Un caloroso abbraccio.
    Maria


  5. maria luisa ( ROMA )

    Grazie grazie carissima Francesca, per aver riaperto la finestra sugli Italiani fuori d’Italia e averci fatto conoscere Loredana, la sua storia, il suo ‘genio’, la sua umanità. Ci insegna che ‘osare’ è importantissimo, perchè non sempre le porte si spalancano da sole. Tu lo sai bene, non hai mai smesso di ‘osare’..
    Un abbraccio

    Maria Luisa


  6. Sueli Franco ( São Paulo , Brasil )

    Ciao Francesca!

    Che bella storia, che bello video.Tanti auguri a Loredana, che ha avuto il coraggio di osare, negli Stati Uniti.
    Un forte abbraccio.
    Sueli


  7. Vittorio Cassone ( San Paolo , Brasile )

    Bambinelle Francesca e Loredana: Auguriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

    (Bambinella significa “sinpatica, graziosa e sempre giovane”)


  8. mariella galante ( Vicente Lopez, Buenos As. )

    Auguro il meglio a Loredana negli Stati Uniti, vedrai che ci riuscira. Grazie per raccontarci la sua storia, un caro saluto per te ê Loredana


  9. Marta GALZERANO ( Chivilcoy , Argentina )

    Cara Francesca:
    Un’ altra storia di emigrazione, di lavoro intenso, di ricerca …un’altra fuga di cervelli, una problematica odierna di molti paesi !
    Complimenti cara Loredana, ti auguro molto successo negli Stati Uniti e magari qualche giorno puoi ritornare in Patria piena di nuovi sapere…
    Grazie Francesca per condividere con noi questa realtà .

    Un abbraccio.

    Marta


  10. Alba Cuozzo ( TUCUMAN , ARGENTINA )

    Carissima Francesca sempre ci stai vicino con le tue belle sorprese e attualitá che ci riportano in Italia bella nostra. Eccelente il riportaggio alla bella Loredana Puca, una napoletana molto simpatica. Cara amica la tua bellezza non cambia neanche il nostro affetto a te che sei sempre gradita. Molti complimenti e molte grazie. Ricevi il mio saluto e anche dalle mie figlie: Claudia e Viviana.Ti abbraccio.
    alba


  11. Maria Rosa Colombo ( Lujan , Argentina )

    Cara FRANCESCA tanti auguri per l´anniversario 11 del nostro blog!!!!!!! Grazie del tuo tempo per noi, tvtb!!!!!! Un bacio a tutti in salotto!!!!


  12. FRANCESCO ( TORONTO ON )

    BUON GIORNO A TUTTI. E UN BUON NATALE, A FRANCESCA E TUTTI GLI AMICI DI QUESTO BLOG.
    Dopo il Santo Natale, c’e’ il capo d’anno, l’anno Nuovo del 2O19, ed Tanti auguri di un buon anno nuovo a tuuti , ed alla nostra Senatrice, ON. FRANCESCA ALDERISI, ED FAMIGLIA…..
    buone feste a tutti……..Francesco


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