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VESTITA COME CENTO ANNI FA

Ci sono pagine come quella che sto scrivendo in questo momento, che nascono dopo un percorso lungo e lento. Maturano pian piano e poi all’improvviso si fanno sentire sempre più forti fin quando espolodono in tutta la loro energia.

Lo sapevo già dal primo giorno in cui ho creato questo spazio virtuale, il mio blog, che prima o poi avrei trattato il tema dell’emigrazione e toccato le corde più intime di tutti voi, ma non sapevo ne quando ne come lo avrei fatto.

In fondo chi sono io per mettermi a parlare d’emigrazione…

Non sono una studiosa laureata, tanto meno una ricercatrice, sono una conduttrice televisiva che da ormai dieci anni sta dedicando il proprio percorso professionale al mondo degli Italiani all’estero, alla loro vita, alle loro storie, ai loro problemi ed ai loro desideri.

Mbè, a pensarci bene non serve una laurea per appassionarsi veramente a qualcosa, per questo con grande semplicità e fierezza, mi trovo oggi di nuovo qui, a tendervi un forte abbraccio come se per un momento le mie braccia si estendessero al di fuori dello schermo del computer.

Vedete la foto che ho pubblicato in home-page?!?

Bene, quella sono io durante un recente viaggio a New York , dove ho accettato di posare per uno scatto fotografico , in cui questa volta non è il trucco tanto meno l’acconciatura dei capelli ed il vestito a rendermi “bella”.

MICHELE PETRUZZIELLO è un giovane romano che da qualche anno vive proprio nella Grande Mela.

Ho avuto modo di intervistarlo in una puntata di GRAN SPORTELLO ITALIA e sono rimasta immediatamente affascinata dal progetto fotografico che sta portando avanti: fotografare giovani emigrati all’estero e vestirli come cento anni fa.

Quindi ritrarli in una posa che rispecchia in uno sguardo tutta la tristezza, malinconia e paura di chi dopo tanti giorni di viaggio in nave, arrivava nel nuovo mondo, pieno di speranze ma anche con tante domande sul futuro e già una forte nostalgia per il proprio paese.

Ma l’idea di MICHELE PETRUZZIELLO è molto di più. E’ un grido, una denuncia da parte di giovani Italiani che non riescono a svolgere la loro professione in Italia e sono costretti a trasferirsi all’estero, proprio come cento anni fa.

Ringrazio MICHELE che ha pensato di coinvolgermi in questo sul lavoro fotografico,facendomi posare ” as guest” e nel farlo vi confido l’emozione ed anche difficoltà che ho provato quel giorno…

 

In una città frenetica, in cui tutto è esageratamente forte e vibrante, eccomi vestita in un modo certamente inusuale, con i capell raccolti e un fazzoletto bianco ad incorniciarmi il viso.

Viso volutamente scuro e cupo, con occhi stanchi ed impauriti che si guardano intorno mentre poso accanto a me la mia valigia di cartone e sorreggo un mappamondo tra le braccia.

Si, proprio un mappamondo. MICHELE mi ha spiegato che ogni personaggio che ha ritratto (l’architetto, la scrittrice, il medico, il ristoratore, il parrucchiere, l’attrice…) è stato immortalato in questo scatto con in mano un oggetto che rappresentasse il proprio lavoro. Allora non ho esitato e gli ho chiesto di avere tra le braccia un mondo, il mondo che voi mi avete fatto conoscere, il mondo attraverso il quale ho viaggiato e continuo a viaggiare per incontrarvi, il mondo in cui voi avete scelto di vivere, ovunque siate!

Certo vestirmi in questo modo mi ha fatto solo minimamente provare ciò che ha provato chi ha lasciato l’Italia cento anni fa e più. Non basta mettersi un vestito per calarsi in un’emozione…

In quel momento ho pensato a chi ha avuto il coraggio, dettato certamente in molti casi dalla disperazione, di intraprendere un viaggio lunghissimo, sapendo che da quel momento sarebbe cambiato tutto, per sempre!

Mentre penso se chi è emigrato magari non così tanto tempo addietro, ha provato e provi le stesse sensazioni e paure, un solo forte grande pensiero pervade la mia mente:  dovete andare fieri di voi amici Italiani nel mondo.

Che siate partiti cinquanta anni fa, che siate partiti pochi mesi fa, che siate nati all’estero e magari i vostri nonni sono stati inconsapevolmentre fautori del vostro destino, siete sempre e comunque una parte d’Italia bellissima ed importante di cui andare fieri.

Siete le radici più profonde, siete il legame più vero e sincero e per questo vi chiedo in questa nuova e lunga pagina di ProntoFrancesca, che raccontiate come e quando siete arrivati all’estero o se siete nati nel paese dove è emigrato un genitore o nonno, in cosa e come mantenete viva la vostra parte italiana.

 

Grazie di cuore per la partecipazione che sono certa darete, mentre attendo curiosa di leggere le vostre storie, vi mando un fortissimo abbraccio da una Roma nuovamente colpita dal maltempo.

 

 

 


97 Commenti a “VESTITA COME CENTO ANNI FA”

  1. Luiz Carlos Antonelli ( Americana , Brasile )

    Ciao Francesca che emozione!!! che bela foto,io sono un entusiasta di persone come te,un grosso abbraccio,Antonelli (Em português ainda sem a cidadania depois de 9 anos de espera)


  2. Maria Rosa Colombo ( Luján , Argentina )

    Mia cara FRANCESCA……veramente questo che hai scritto mi ha colpito tanto……anche emozionato….hai visto come si puo arrivare al cuore degli altri…..ai suoi sentimenti…….io ti ringrazio…….perche grazie a te io mantengo viva la mia parte Italiana e te lo dico con lacrime negli occhi, grazie cara, baci


  3. Lujan ( Bs.As. , Argentina )

    Grazie per l omaggio a tante gente ignota che ha fatto con suo impegno lavore
    molto importante e ha lasciato un sacco de sua vita al di la de la” sua” ITALIA.
    Come sempre no posso meno che dirte t.v.b. FRANCESCA!!! Sei GRANDE….
    la laurea e altre cose, a volte, una cartolina soltanto. Bacione. Lujan


  4. Ralli Lea ( Roma , Italia ) ( Roma , Italia )

    Carissima e bella SOSIA di una emigrante che partiva piena di speranze , ma senza dimenticare la sua…

    VALIGIA DI CARTONE

    Quella vecchia valigia di cartone
    Col suo carisma pieno di passione
    Perché racchiuse le poche proprietà
    Di chi partiva verso un aldilà
    Che non dava certezza e sicurtà.

    Dentro ci rinserrò la sua speranza
    Che gli veniva dalla gran costanza
    Presente ognor nell’animo italiano
    Pronto pure per un lavoro sovrumano
    Ma chi partì con la speranza in cuore
    Lo fece avendo in cuore gran dolore .

    Dovendo abbandonar la terra avita
    Quasi alla cieca su quella nuova vita .
    Nulla sapeva e qualcosa l’inventò …
    Ma ciò che fece …poi lo compensò
    Perché grande valore rivelò
    Mettendo in mostra le sue capacità
    Che diedero lustro alla sua Italianità.

    Nonna Lea l’Estroversiana


  5. pasquale ( clifton , usa )

    il mio rimoprevero e’ di aver lasciato l’Italia, cioe’, mi ci hanno portato da piccolo. Fosse stato meglio se mi avessero rimasto in Italia.


  6. Giuseppe ( Montreal , Canada )

    Chi sei tu per parlarci di emigrazione? Ma sei la più adatta! La più italiana che si è saputa mettere, nonché restare con amore ed orgoglio, nei panni di noi: emigranti vecchi e nuovi, di prima, di poi e di sempre.

    Un complimento a Michele Petruzziello che ti ha magistralmente immortalata in bianco e nero: l’emigrante acqua e sapone della porta a fianco!

    E, naturalmente, un saluto e un abbraccio pure a tutti voi del salotto, quello mondiale dell’itala-emigrante Francesca, ovunque voi siate da Giuseppe


  7. Luisa Grisanti ( Buenos Aires , Argentina )

    Mia cara Francesca,cí hai fatto ritornare alla nostra emigrazzione, io non mi ricordo, ma sicuramente alla mia famiglia deve essere stato un grande dolore nel cuore lasciare i sui affetti la terra,ma di sicuro con la speranza di fare il meglio per i sui figli e nipoti,io ringrazio per aver fatto questa scelta, perché in Argentina ho trovato mio marito e ho fatto una bella famiglia.Bella la poesia di Nonna Lea una buona riflessione.Vi saluto.
    Luisa


  8. josé ferreira ( sao paulo , brasile )

    come di solito , CARINA!!


  9. Giuseppe ( Montreal , Canada )

    Appena ho letto la pagina di apertura sono andato subito a scrivevere il mio pensiero senza leggere quelli gli altri…più mattinieri di me.

    Dopo averlo fatto rientro nel salotto per ringraziare nonna Lea che, con quella mitica “valigia di cartone” ha toccato i nostri cuori, facendoci rivivere i nostalgici momenti di anni ed anni!

    Ancora un saluto a tutti da Giuseppe


  10. Stefano Mollo ( Perth , Australia )

    Francesca … NON HAI IDEA di che corde hai toccato in me facendoti la foto PROPRIO LI’ ……

    E’ incredibile come certe cose sembrano negli anni poi rivelarsi non proprio semplici coincidenze dopo tutto …..

    Un caro abbraccio, Cara Francesca.


  11. tiziana ( Ridgeway,Virginia , Stati Uniti )

    Rieccomi Franci sono tiZi
    wow sono stata colpita da qsto servizio,ma la foto E’ TROPPO TROPPA,a dir poco Bellissima ti ritrae nelle vesti di donne di tnt tempo fa’..che bello cosa non farei x ritornare a quei tempi meravigliosi Franci,cosi puri e genuini ,senza si’ qsta troppa tecnologia che x qnto ci tiene informati ma ci sta lentamente uccidendo,un tempo la vita era piu’ vita,si dialogava ,si giocava,oggi invece….vabbe’ e’ un discorso troppo lungo….concludo dicendo che mi sarei fermata agli anni 70 non un giorno di piu’ !
    ewiVa 100 anni fa’ !


  12. Anna ( São Paulo , Brasile )

    Carissima Francesca,
    finalmente un post che ambivo da tempo, lo dico sempre che nessuno parla di quelli che sono stati portati dentro la valigia…noi bambini, senza sogni, senza speranze nella nuova terra, ignari di quel che succedeva eppure sradicati dai loro affetti più primitivi, nonni, zii, cugini, amici.
    I grandi almeno andavano in cerca di un futuro, a noi tiravano il nostro passato.

    Ma non lo dico con l’amrezza di Pasquale, sebbene ogni esperienza è unica, ma credo che non posso dire come lui che meglio sarebbe stato…non lo sò, non lo posso sapere cosa sarebbe stato quel che non è stato.

    Certo Francesca cara, non basta un vestito per sentire, ma senz’altro bisogna sentire per poter mettere il vestito. Quanto alla bellezza, ci sono tanti visi della bellezza, non solo di capelli ed occhi brillanti. C’è anche la bellezza di uno sguardo triste, carico di ricchezza interiore, di coscienza di sè, di malinconia.

    Personalmente considerando che, mi sembra, hai aperto il blog ad un poco più di parole, voglio dire che sono venuta in valigia con circa 7/8 anni, e, non ci si crederà, ma la verità è che nel viaggio in treno da Salerno, casa dei nonni, a Napoli, porto di imbarco, ho pianto coppiosamente tutto il tempo. Certo non sapevo bene il perchè ma anche una bambina capisce che qualcosa è grande;

    Papá già era qui, contrattato come direttore di una grande fazenda, quindi non ho mai fatto la fame, la sofferenza è stata enorme, ma psichica. Molti dicono che è più soave piangere in una reggia, io credo che il pianto è tutto uguale, ed hai più gente attorno fuori dalla reggia.
    Comunque, le dersioni per la pronunzia, una lingua diffiiclissima come il portoghese, parole impronunciabili, ho problema fino ad oggi con alcune parole, per esempio, pane in portoghese, non l’indovino fino ad oggi. A questo proposito c’è una storiella divertente di Silvia, ma dovrebbe raccontarla lei.

    Dunque, ci vorrebbe un libro per dire tutto, ma basicamente, il grande problema è la difficioltà di adattamento, dovuto anche al fatto che i genitori hanno tendenza a comunicare con gli italiani, quindi difficoltano l’introsamento dei figli con quelli del posto, amici figli degli amici loro, una vita italiana in un paese straniero, con abitudini italiane, insomma, non stai in Italia, non stai in Brasile, e le differenze ci sono e tante, ed anche importanti.
    Lo dico sempre che non sei nè carne nè pesce, ed in Italia anche non sei perfetta italiana, l’ho visto nell’ultimo viaggio.Ti chiedono da dove sei, minimo la regione, ed io sono di Napoli, capirete………..
    Bè, non voglio scocciare troppo, ma i problema vanno molto oltre la valigia di cartone che poi và subito scartata, è lo spirito che soffre, e quello non lo puoi scartare…
    Un bacione e chi sà qualcuno non scriva un libro un giorno sugli emigrati nella valiggia, ci spero tanto, siamo le vittime dimenticate. Abbiamo sofferto sì, ma nessuno ci ha mai considerato paarte della sofferenza, e già, ci hanno solo svuotato insieme a tutto quello che c’era nella valigia, e come i magici, come burrattini, abbiamo aperto gli occhi al nuovo mondo.
    Nessuno ha colpa, meno ancora i grandi, ma ciò non toglie…meno male che il Brasile è un paese ospitale, fantastico ed aperto a tutti, sono capaci di diminuire le differenze, io li sento fratelli.


  13. Gianni ( Bostonia , USA )

    Cara Francesca,
    con la tua foto di “emigrante” si sono riaccesi tanti ricordi, i tempi in cui gli emigranti partivano con la valigia di cartone con attorno lo spago. Ricordi di felicita’ e nello stesso tempo quasi terrore ed ansieta’ non sapendo cosa si trovasse nella nuova terra.
    Noi, 2 volte emigrati, prima in Africa e poi America.
    Potresti dare un acconto delle “Navi bianche” Vulcania e Saturnia, nel giugno 1943? Tempo che tristemente si tornava in Italia con tanto ignoto sotto la guerra.
    Cari saluti Gianni


  14. angela pinto in tinetti ( San Salvador , El Salvador )

    Ciao Francesca ,

    come sempre sai arrivare al cuore di tutti noi; siamo in tanti ad aver abbandonato l’Italia, per una o cento ragioni; la globalizzazione ha ancora più approfondito il fenomeno… bene o male, non lo so. Io sono venuta fin qui, in El Salvador, America Centrale, perchè nel 1978 (sembra assurdo ma è così) legalmente mia figlia, nata a Torino, non era italiana ma salvadoregna, giacchè mio marito era salvadoregno (ma di padre italiano).
    Insomma sono emigrante obbligata…con tutti quei sentimenti, dolori, incomprensioni, sacrifici che gli emigranti esperimentano e non solo gli italiani…basta leggere alcuni degli scritti presentati nel concorso di ICON sull’emigrazione.
    Certo per me è stato più semplice…siamo venuti direttamente acasa di mio suocero…
    ma la valigia di cartone l’ho usata anch’io quando nel 1967 ho cercato lavoro a Milano, salendo dal Sud (Castellaneta, Taranto) per cercare lavoro e arrivare una mattina, di sabato, a sedermi su una panchina con la valigia
    accanto con l’ufficio cercato chiuso e senza sapere cosa fare…
    bè è una storia lunga e a volte penso di scrivere un libro, a volte mi rifiuto di farlo, non sempre le cose sono andate bene e non voglio rivivere alcune delle esperienze dolorose, che sono poi parte della vita di milioni di persone intorno al mondo…
    Un libro sull’emigrazione di una famiglia da cui discendono i Tinetti si chiama: La Saga dei Doninelli, scritto in inglese, poi tradotto in spagnolo e pubblicato in Messico e adesso è uscito a Como, presso la Famiglia Comasca…credo che si possono trovare tante note interessanti sugli anni 1880 e successivi, in un periodo di forte emigrazione, così come negli anni dopo le due guerre.

    Un abbraccio Francesca, un caro saluto a tutti i partecipanti al blog, Angela


  15. angela pinto in tinetti ( San Salvador , El Salvador )

    ho appena letto il racconto di Anna…è incredibile…io mi sono sempre preoccupata di me e dei miei sentimenti e problemi e…hai ragione: mia figlia aveva 3 anni e mezzo, quando siamo venuti qui, non sapeva una parola di spagnolo, l’abbiamo messa in un asilo e solo adesso da grande mi racconta alcune cose che ha vissuto…non si è mai sentita nè italiana, nè salvadoregna…adesso vive a Madrid, sposata,ma attraverso le sue telefonate e e.mail sento che ha sofferto il sindrome dell’emigrante, come tutti gli emigranti…e`difficile dimenticare da dove si viene ma è imperativo farlo, è necessario cercare di integrarsi o per lo meno vivere il presente come la unica cosa sicura che abbiamo…ignorando i tanti “se” che ci torturano…


  16. romuald ( trento , camerun )

    ciao francesca sei veramente bellissima sulla foto con quei vestiti, anche l’argomento è molto interessante benche che io non son italiano dalla prima volta che ho sritto sul blog oppure messaggi sei sempre stata come una famiglia per me ti ringrazio del cuore oggi sono molto contento sono quasi alla fine per laurearmi.
    un caro saluto.


  17. Luciana Cianfarani ( troy, mi , usa )

    Buon giorno a te cara Francesca e a tutti, certo che Shakespeare diceva bene “una rosa con qualsiasi altro nome, profuma ugualmente”. Il tuo sguardo protrae quello che una donna di quei tempi avrebbe sentito, il distacco da tutto cio` che era a lei caro: la famiglia e l’amore, la sua terra con i suoi sapori, costumi e tutto cio` che era familiare insieme alla curiosita`, paura, incertezza e speranza nella nuova avventura. Michele Petruziello ha avuto una bellissima idea con queste foto mixando quello che era con quello che e` oggi, perche` di emigrazioni ce ne saranno sempre in questo mondo e forse con piu` facilita` ma e` sempre un viaggio dove si lascia un passato, si ricostruisce una vita nuova e quando si ritorna non si e` mai piu` allo stesso passo perche` sia per il bene o per il male siamo influenzati dall’esperienze fatte all’estero. Quindi siamo in un certo limbo sia nel paese che ci ha accolti che nel paese dove siamo nati. Ringrazio te per averci dato questo meccanismo per poterci esprimere e anche per portarci tramite persone come Michele queste emozioni che forse non avremmo riscoperto da soli. Saluti carissimi – Luciana


  18. Umberto ( Philadelphia , USA )

    FRANCESCA SEI UNICA,brava di vero cuore.


  19. Nanda Cozzi ( Hamilton , Canada )

    Cara Francesca e amici del mondo,

    Bella l’idea del servizio fotografico; bella la tua foto Francesca!

    Si’, questo sarebbe il classico ritratto di chi e’ partito tanti anni fa. Era molto difficile per loro anche perche’ erano tempi diversi. Per quelli che sono arrivati in Canada negli anni ’50 hanno lasciato un Italia devastata dalla guerra. Sono emigrati qui in un periodo quando gli italiani non erano visti di buon occhio. Ho sentito molti racconti e ho letto dei libri che ne parlano – lo sappiamo tutti oramai, gli italiani che erano gia’ qui sono stati perfino internati durante la guerra per paura che fossero delle spie o semplicemente perche’ l’Italia stava dalla parte opposta!

    Negli anni ’50 se si fermavano sul marciapiede solo a chiacchierare o quando si riunivano magari seduti sulla terrazza (veranda), allegri semplicemente perche’ erano tutti insieme, arrivava la polizia a rimproverarli! Oihme’ – mi hanno perfino raccontato che “agli italiani” non era permesso comperare una casa in certe zone della citta’!

    Quanto e’ cambiato oggi! I nostri genitori, nonni, ecc., sono stati bravi, forti, corraggiosi! Hanno accettato le regole e le tradizioni del paese. Non era facile in quel periodo, ma l’hanno fatto! E guarda un po’ – oggi sono rispettati! Hanno costruito le citta’, i palazzi, le strade! Oggi ci sono negozi, ristoranti, centri culturali (ed altro!) tutto all’italiana!

    Ricordero’ sempre le parole di mio padre quando diceva che non avrebbe voluto lasciare la sua patria ma era contento di averlo fatto perche’ qui si e’ trovato bene! Certamente gli mancava la famiglia (che e’ rimasta tutta in Italia) ma lui era soddisfatto di quanto aveva costruito qui!

    ORA LO STO CAPENDO ANCH’IO! Sono contentissima si essere Italiana ma capisco tutti gli sforzi che gli italiani emigrati qui hanno fatto. Nel mio lavoro ho l’opportunita’ di incontrare e parlare con tantissimi italiani e vedo in loro una maturita’, un’intelligenza, una serenita’. Nelle loro parole: accettano tutto e si lamentano poco! BRAVI BRAVI BRAVI!

    Francesca – tu hai tutto il diritto di parlarne! Quello che apprezzo molto in te e’ che hai viaggiato per conoscere le diverse communita’ italiane nel mondo! Non stai solo li’, rinchiuso nello studio televisivo in Italia – tu hai visto con i tuoi occhi! Bravaaaa!

    Un abbraccio forte – ciao. Nanda


  20. aldo ( littleton , usa )

    Cara Francesca , sarebbe bello che queste lettere venissero lette dai giovani Italiani che oggi non riescono a trovare un lavoro in Italia. Perché’ benché’ il mondo sia cambiato gente che va via da casa c’e’ ne sarà’ sempre, ora il distacco e’ diverso con la tecnologia e l’aereo si può’ sentirsi solo dietro l’angolo. Ma credo che i feelings siano sempre gli stessi e la cosa piu’ triste e’ che ci sia ancora il bisogno di farlo. La tua posizione come conduttrice di sportello e’ importante e spero che la Rai e tu continuate per molti anni a venire e grazie di darci l’oppurtunita’ di scrivere su questo blog i nostri pensieri perché’ anche se tanti anni sono passati la domanda ” cosa sarebbe stata la mia vita se fossi rimasto in Italia” credo che ce la poniamo un po’ tutti ogni tanto.


  21. Francesco ( Toronto On. , Canada )

    Francesca, una bellissima lettera, con una bella storia, del’emigrante.
    Forse anch’io sono un emigrante, che ho lasciato l,Italia, per guadambiare di piùe e per fare una vita migliore, ma non so se ho fatto bene a farlo, certo che oggi è troppo tardi pentirmi, comunque, non posso lamentarmi dei trattamenti che ho ricevuto, da tutti i posti dove sono stato, ho guadambiato molto bene ‘ ed sono stato trattato altrimente benissimo.
    Ma quando sento di come trattano gli emigrandi in Italia, non è umano e mi vergogno molto vedere alcune di quelle condizioni in cui questi emigrandi si trovono, credo che tutti i nostri connazionali emigrandi mi daranno ragione, su questa situazione, che non è bello per noi italiani emigranti….
    Mi auguro che qualcosa cambierà …
    Ciao a tutti Francesco.


  22. Elsa ( Buenos Aires , Argentina )

    Cara Francesca, complimenti per Gran Sportello Italia. Lo guardo sempre e oltre a colpirmi dal suo stile così amichevole verso gli immigrati imparo la lingua del bel Paese che studio da tempo. Mi piace la sua maniera di esprimersi, di cuore, verso gli italiani ovunque si trovino.
    Un cordiale saluto


  23. Giuseppe PAMPENA ( Connecticut , USA )

    Ciao Francesca,
    Bravissimo Michele, hai immortalizzato la nostra Grande Amica Francesca come una di noi, carino il ”touch del mappamondo e valigia di cartone.
    Francesca sei bella in qualsiasi veste…sei e sarai sempre la nostra eroina, ambasciatrice, eccetere eccetera…

    Un abbraccio ed un bacio(Perugina)a tutti i miei amici del blog.


  24. Maria Sciortino ( Red Bank , U S A )

    Francesca come sei naturale , vestita da emigrante . Bella idea del Sig Petruzziello che vuol ricordare com,erano gli emigranti . Io l,ho vissuto in prima persona e quest,anno festeggeremo il 50mo anniversario dell,arrivo negli Stati Uniti d,America e approfitto del tuo invito a descrivrere un po’ della mia vita Americana .. Io ho gia’ scritto un libro “Pinch ” of Sicily una raccolta di memorie e ricette che ho portato con me sempre. Erano gli anni 50 in Sicilia non c,era tanto da fare o meglio da creare. Nel 56 e’ arrivata la televisione che ogni sabato tutto il vicinato andavamo a vedere in una vicina di casa <e ognuno si portava la propia sedia { viene da ridere,ma era proio cosi } Incominciavamo a sognare di trascorrere una vita migliore ,e la soluzione era EMIGRARE , Si emigrare lontano in cerca di fortuna e scoprire cosa c,era ne,,altra parte del mondo chiamata AMERICA . Partivamo ciechi incoscienti senza sapere una parola Inglese e senza pensare di cosa ci aspettava. Nel 1961 siamo partiti io e mio marito sposetti da tre mesi . Essendo lui sarto avevamo avuto un contratto di lavoro da una ditta di New York e ci sentivamo fortunati di poter realizzare Il Sogno Americano. Partiti con la nostra valigia di cartone, ma piena di tanti sogni da realizzare, colla nave, Cristoforo Colonbo in terza classe ,dopo una settimana ,sbarcati a New York siamo stati per tanto tempo ad abitare in un piccolissimo modesto appartamento in Brooklyn , che fin dal primo momento ci siamo delusi perche' aspettavamo ,lAmerica che vedevamo nei films Americani. In quei tempi non ci potevamo permetterci di telefonare come oggi e dire ai familiari che qui non era quello che aspettavamo e quasi quasi eravamo pentiti. Ci siamo messi in testa di camminare a testa alta lavorare questa adesso era la terra che ci aveva ospitati ,e ci dovevamo almeno fare qualche soldo per ritornare. Abbiamo cercato d,Americanizzarci, ma internamente gridavamo che non volevamo perdere la nostra IDENTITA' ITALIANA che sempre difendevamo . Dopo tantissimi pianti , sacrifici, duro lavoro ,siamo rimasti in America questa terra, che ha smenbrato tantissime famiglie, ma li ha arricchiti sfruttando la nostra intelligenza e le nostre laboriose mani, questa terra sempre pronta ad accogliere tutti . Certamente ragiono cosi' adesso , nei primi anni non ragionavo cosi' ,tanto che dopo 10 anni di star soli ,senza familiari e sempre colla nostalgia ITALIANA che ci mangiava il cuore abbiamo provato a ritornare in patria con i nostri due figli per restarci ,ma per i sarti la vita era uguale ,anzi per noi peggio ,perche' il sarto qui e' molto apprezzato, e dunque dopo alcuni mesi che ci sentivamo ne' Amiricani ,ne' Italiani {stranieri nel nostro paese} Siamo ritornati e abbiamo deciso che ormai questa era la nostra terra . Certamente ritorniamo quasi ogni anno in Italia, partecipiamo a tanti club,e manifestazioni Italiane, Amo la mia
    madre naturale Italiana, ma voglio anche tanto bene alla mia mamma adottiva America che mi ha gia' ospitata pe ben 50 anni . GOD BLESS ITALIA E AMERICA Maria Sciortino


  25. Lujan ( Bs.As. , Argentina )

    VALIGIA DI CARTONE, carissima LEA tu poesia e veramente un riflesso di
    la eroica del emigrante. E FRANCESCA ha sempre presente su antenati e le fa onore en ogni puntata. Bacione
    JOE P. sei recuperato… bravo, che sia cosi.
    Cari saluti amici del blog e buona fortuna!!! Lujan


  26. Maria ( Montreal , Canada )

    Carissima Francesca,vestita cosi somigli ad una bellissima calabrisella.
    Bravo al signor Petruzziello per averti fotografata in quelle vesti dei primi emigranti.
    Hanno ragione tutti gli amici che l’emigrazione non e` stata facile per nessuno specialmente negli anni 50…..

    Io non posso dire lo stesso perche` grazie a Dio quando sono arrivata io nel Canada erano altri tempi.
    Do ragione a Nanda,anche mio marito mi racconta che negl’anni 50>6o,quando si riunivano due o tre amici per le strade anche solo per scambiare due parole la polizia li mandava via,certo che le nostre famiglie hanno sofferto per potersi guadagnare il pane per i loro figli,fortuna che le cose sono cambiate in meglio.

    Grazie Francesca,trovi sempre degli argomenti interessanti ,grazie perche` in un certo modo ti senti anche tu una di noi….
    Grazie nonna Lea perche` hai sempre le poesie adatte per tutte le occasioni.
    Un saluto grande a tutti….
    Maria


  27. Rosa Anastacia Roamno ( Recife , Brasile )

    Carissima Francesca,

    scusa si no ti ho risposto prima ma la malatia non sembra che vuole lasciarme,ora devo fare la cura dela metastese ai ossi e è tudo un macelo di exame e il tempo é poco, me sento bene solo com un po de fadita, me stanco con poche cose que facio ma la vita segue davante e basare la teste questo mai Dio e S, Francesco me darano la forsa de andare avante e de questo sono sicura.
    Ti auguro tudo de buono e multa multissima felecitá. salute,amore e tante bele cose.
    Um forte abraccio co multo afeto
    tua amica di sempre
    Rosa Romano


  28. Vittorio Cassone ( San Paolo , Brasile )

    Carissima Bambinella FRANCESCA: nuovamente auguroni per il bel tema, ispirato anche dal PETRUZZIELLO. Auguri anche alla sempre Bambinella NONNA LEA.

    Il tema anche a me mi ha colpito, specialmente a partir dal messaggio della cara ANNA e gli altri che hanno continuato nel racconto, tirando di dentro della valigia la storia di una particolare avventura… AUGURI A TUTTI.

    La mia famiglia habitava a San Vittore del Lazio (FR), cittadinella con poco più di mille habitanti, ultima cittadinella del Lazio – confine con la Campania, e a nove quilometri da CASSINO, città al piede di MONTECASSINO, dove c’è il Monastero dei BENEDETTINI, e dove c’è stata una lunghissima battaglia tra Tedeschi e gli Alleati. I Tedesche stavano sull’alto (Monastero) e di li dominavano tutta la vallata. Difatti, dal libro CASSINO – FINO ALL’ILTIMO UOMO, di Walter Nardini, prendo alcune righe:

    “Nel libro sono descritte le sensazioni, le speranze, le delusioni di migliaia di uomini coinvolti in una delle piú sanguinose battaglie della seconda guerra mondiale. Per i tedeschi Cassino raprresentò il tentativo di tenere le forze anglo-americane il più lontano possibile dal suolo della Germania e di far che un’eventuale ritirata non si tramutasse nella lenta agonia degli sconfitti. Per gli alleati, invece, Cassino ebbe un significato diverso: concepito come punto di sfondamento delle linee germaniche e inquadrato in una vasta operazione che comprendeva lo sbarco a Anzio e l’accerchiamento di tutte le divisioni tedesche che difendevano Roma, si tramutò prima in questione di orgoglio e prestigio, per diventare poi di una tale importanza da rischiare di compromettere, con un suo eventuale crollo, tutto l’andamento della guerra in Europa”.

    In San Vittore del Laziom a nove km da Cassino, giorno e notte circolavano apparecchi tedeschi a scaricare tante bombe, che non ci restò in piedi casa nessuna – ripeto: nessuna casa, nemmeno nella campagna (ancora ho con me fotografie).

    In questo cenario, famiglia con nove figli, i primi tre figli muratori affrontano l’avventura, con una piccola valigia ciascuno, nel 1953. Destino: San Paolo – Brasile, terra benedetta da Iddio. Difficoltà enorme, ma la volontà di lavorare, il saper fare il muratore, e como dice ANNA, l’accoglienza di due famiglia che sono diventate moltissime amiche, malgrado le difficoltà andavano avanti, pianino pianino – dormivano, nei primi tempi, no in una stalla como Gesù Cristo, ma quasi… perchè piccolina, umide…

    In seguito, progressivamente nel tempo, chiamano le moglie (i primi due), i tre figli piccolini, dopo viene papà, gli altri fratelli e una sorella, e alla fine io, la prima sorella e l’ultima e mamma, con la nave ANDREA ‘C’: PRONTO: siamo tutti in BRASILE nel 14.11.1954.

    E man mano tutti si sono sistemati, con molto lavoro e principalmente rispetto alle leggi e ai brasiliani, moltisismi fatti amici, e con fede in Dio.

    FRANCESCA: Si mantiene viva l’Italia principalmente lavorando con honestità. Ed anche cantando le musiche italiane, parlando mezzo italiano e mezzo portoghese…

    Ed anche cantando così (spero che la NONNA LEA non mi rimproveri…):

    Io voglo andare, dall’Alpi al mare,
    Per rivedere le belle città,
    di quel Paese bello e cortese,
    là dove tutto è fatto per sognar…

    Di Milano e di Torino, bello il Duomo e il Valentino,
    a Firenza con la luna… quanto è bella la Laguna,
    Di Trieste… non sò dire… una spina in ogni… cuoore…
    La Liguria coi suoi mari incatena tutti i cuori…

    Io voglio andare, dall’Alpi al mare,
    per rivedere le belle città,
    di quel Paese bello e Cortese,
    là dove tto è fatto per sognar…

    E là dove c’è la Francesca Alderisi con la Nonna Lea,
    sempre vicino a tutti noi italiani nel mondo…

    Forte abbraccio a tutti.


  29. Giuseppe PAMPENA ( WORLD , USA )

    Grazie Francesca.

    http://watermarked.cutcaster.com/cutcaster-photo-100522617-The-world-in-my-hands.jpg


  30. Giuseppe PAMPENA ( USA )

    She’s got the whole world in Her hands
    She’s got the whole world in Her hands
    She’s got the whole world in Her hands
    She’s got the whole world in Her hands

    She’s got everybody here in her hands
    She’s got you and me, brother, in Her hands
    She’s got everybody here in Her hands
    She’s got the whole world…
    She’s got the whole world in Her hands

    Grazie Francesca!!!!


  31. burnett ( brooklyn , united states )

    Are you back on the air? Qui e l’uomo chi gioca il pianoforte?


  32. Lorenzo Fresconi ( Ulan-Ude , Siberia )

    Great post!
    Fresh!
    L


  33. Ralli Lea ( Roma , Italia ) ( Roma , italia )

    Carissima Francesca e Carissimi Amici, vi ammiro tutti per quanto dite e
    per il coraggio che sempre dimostrate nel combattere le avversità diuturne della vita che tutti abbiamo . la nostra tempra italiana è questa: non abbattersi mai e superare gli ostacoli che ci si presentano perché finché c’ è vita c’ è Speranza che insieme alla Fede ci sostiene.
    sono anche contentissima per le vostre poesie e vi sprono a farcele conoscere più spesso e mi è dispiaciuto che il Concorso di Poesia lanciato per tutti voi da Estro Verso sia sfumato per la scarsa partecipazione.
    ringrazio,Vittorio Cassone per la sua bella canzone che oggi ha illustrato varie bellezze della nostra splendida Penisola, includendovi anche un pensiero finale per Francesca e me che portiamo avanti il grande amor patrio che sentiamo
    ringrazio Lujan, Maria e Giuseppe di Montreal , Luisa e Anna che hanno gradito il ricordo della Valigia di cartone .
    con Giuseppe Pampena mi contratulo perchè … sta bene dimostrando come funzioni la ricarica del suo generoso cuore ed è un grande esempio per chi sta male com la cara Rosa Anastacia che deve essere sicura di farcela perché oggi medicina e chirurgia fanno veri miracoli .
    infine, dico di rimanere uniti con amicizia e simpatia accanto alla nostra Capo Salotto Francesca che ci avvince sempre con le sue geniali idee.
    tanta serenità e buona salute a tutti.

    nonna Lea l’ Estroversiana


  34. silvia maranca ( são paulo , brasile )

    Carissima Francesca:solo oggi ho letto il tuo bellissimo post,a dire la veritá scrivi ció che tutti noi sappiamo che realmente senti nel cuore…te lo dicevo in un mio altro e-mail.,sei una vera e43migrata senza emigrare,perche ti sentiamo una di noi.
    Mia sorella Anna há giá scritto come siamo venute(solo che avevamo credo 9 anni quasi,)ma da parte mia posso dirti che,sará che ero meno matura,ma mi ricordo vagamente molti pianti,ma perche al porto di Napoli tutti quelli che ci accompagnavano piangevano a dirotto,e non ricordo di aver pianto per conscienza di cosa accadeva.Nella nave mia madre stava sempre in cabina perche aveva il mal di mare,questo ricordo(e forse la tristezza)sai la nave non era il grande transattlantico di oggi,e credo sicuramente anzi,soffriva molto,ma io mi divertivo in piscina,nei vari giochi,la festa di nettuno,e avevamo Sarina,una fedele balia che venne con noi,é morta l anno passato.si occupava di noi quattro.
    Mi ricordo la terra rossa come il fuoco,nel viaggio per andare nella fazenda dove papá era venuto a lavorare,(venivamo da Roma ma la terra nella campania era griggio-nera,non avevo mai visto quel rosso.Mi ricordo che mio fratello Paolo,piu grande di un anno e mezzo in Fazenda passava le notti chiacchierando con mamma,era triste,perche essendo il primo nipotino,il piu´piccolino, era molto coccolato dal nonno paterno,e ne sentiva la mancanza,pure degli zii.Paolo era molto dolce e coccolato da tutti,nella realtá.Questo mi ricordo.
    Poi invece nella Fazenda trovammo subito una amica figlia di un ingegnere italiano con cui parlavamo la nostra lingua.Nella fazenda c éra la scuola,ospedale,e naturalmente ricominciare le elementari per imparare la lingua e la storia e geografia di un altro paese non fu facile.Ma eravamo in 4 fratelli, giocavamo nel giardino,andavamo a cavallo(che fin ora io adoro) salivamo su alberi immensi,avevamo una vita tranquilla.
    Forse é brutto dirlo,ma ci scrivevamo con i parenti(le lettere ci mettevano tanto tempo,via mare)perfino con Suor Deodata,la nostra maestra delle elementari a Roma.io non capivo che era per sempre(come grazie a Dio non é stato) ho rivisto mia nonna e i miei zii tante volte.I cugini ,lasciatoci bambini non li ricordavo tanto,ma se ne parlava a casa,papá aveva 7 frastelli,mia ,madre due,e al tutto piu di 30 cugini,li sapevamo tutti per nome,venivano notizie.Insomma io non posso dire di aver sofferto onestamente una migrazione,solo un cambiamento di locale.tante novitá…..a 14 anni in fazenda potevamo guidare la geep,avevamo tanti amici italiani(la nuova famiglia)che fin ora frequentiamo.
    Parlo sempre di me….adoravo il mangiare brasiliano…fino ad oggi,riso e faggioli,e accompagnamenti….carne,pesce,legumi,verdure,l insalata che non puo mai mancare.frutte ,alcune buonissime,l ananas,la papaya,e altre che non hanno traduzione.
    Figurati Francesca che i brasiliani a quel tempo facevano i maccheroni il giovedi,come oggi c é la tradizione dei gnocchi a fine mese,ebbene a me faceva una rabbia perche mi invitavano il giovedi perche c erano i maccheroni che io mangiavo tutti i giorni a casa mia,……noi a casa domandavamo sempre che c era di secondo piatto…il primo,variato,ma era sempre pasta.
    A casa mia si é sempre parlato italiano,parlato dell Italia,la nostalgia?ovvio,credo l avevo e da grande di piu,ma una nostalgia non sofferente,la nostalgia bella (secondo me) di avere amore per una Patria lontana e parenti lontani che tu vuoi bene.ma in Brasile non mi mancava niente,avevo sí,piu degl altri,non so se mi spiego.Vivevo due mentalitá,a casa e fuori(a scuola e con amici brasiliani)parlavo due lingue che sono un espressione culturale tra le piu impoirtanti….tanto che adoro il dialetto napoletano…..perche l ho nel sanghue,pure se non lo parlo bene e non lo scrivo per niente,ma l adoro. c`aggiás fá?é la veritá.
    Amo l Italia,amo il Brasile,amo i miei cugini,amo i miei amici italo-brasiliani e brasiliani,io n9n saprei dire onestamente cosa mi é mancato,a non essere gl affetti,ma come mi mancherebbero quelli di qui se andassi a vivere in Italia.Papá mio amava questo paese,(mia madre forse un poco meno,non só)ma papá diceva sempre che se uno non ama il paese in cui vive puo sempre andarsene…..ed é giusto.Lui aveva il suo lavoro ,la sua famiglia,sopratutto mia madre,la sua compagna di una vita,che lo seguiva ovunque.Io penso che siamo noi che prendiamo la nostra vita in mano ovunque siamo.Tu puoi rimpiangere quello che hai perso sí,ma tutti perdiamo sempre nella vita,cose,´persone, e ne guadagnamo altre.
    Voglio schiarire che altra cosa é la migrazione sofferta,dove venendo in altri paesi si soffre la fame,non si riesce a avere una vita minimamente dignitosa,allora si che é la vera sofferenza,io non posso dire di averle avute…..difficoltá si ovvio,ma in Italia chi mi gatrentisce che sarebbe stato tutto un paradiso.Molte volte mi domando,come sarebbe styato?e poi mi ricasco nella realtá e mi dico….devo pensare a ció che é stato non alle eventuali fantasie di cio che potrebbe o non essere stato….a che pro?nella realtá e in sintese,potrei dire(ci pensaavo ora) che non mi sento una emgirata,ma una migrata,c é una piccola differenza penso.Un abraccio a tutti e scusate il bla bla bla…ma Francesca mi pare l ha autorizzato.
    Silvia


  35. Giovanni Curreri ( San Juan , Puerto Rico )

    Ben tornata Francesca,ti aspettavo,ho delle cose che sono rimaste in sospeso.
    Certamente avrai passato delle buone vacanze ,imagina nella isola di Ponza.
    Io conosco l’isola Delba ,che ho visitato cuando ero studente del Nautico ed ho fatto una crociera con la nave scuola Giorgio Cini da studente di 4to anno.
    \Ti scrivero`a parte raccontandoti di me ,dato che a te piace sapere di noi allèstero.Io non sono del tempo della valigia di cartone ma sono qui per amore ormai da 44 anni sposato. in questi giorni sono diventato nonno di una bella bambina,si chiama Stella,e in verita`sara`la luce per gli anni che mi rimangono.Le insegnero`qualche parola di Italiano se ne avro`il tempo.
    Ciao alla prossima.
    Giovanni


  36. Domenico Muccio ( Melville , U.S.A. )

    Cara Francesca, la foto in biancoe neroe il tema stesso donde essa e’ stata ideata, mi ha commosso. La tua squisita e genuina sensibilita’ verso gli emigrati e la loro storia e’ unica e te ne siamo sinceramente grati. Quella foto ha risvegliato tanti ricordi……! Io, adolescente ancora imberbe e mai uscito dal paesello natio, dovetti presentarmi all’ufficio consolare di Mergellina a Napoli con mia madre e mio fratello per la domanda di passaaporto. Quel bandierone a stelle e strisce che sventolava sul portone dell’entrata mi impressiono’, mi riporto; alla mente le schiere di bombardieri americani che solo tre anni prima avevano sorvolato il cielo del mio paese per poi depositare il loro micidiale carico su Montecassino, su Isernia e su altre citta’italiane. mi sembrava quasi cosa impossibile che ora mi sarei trovato di fronte alla possibilita’ di emigrare in quel, gli Stati Uniti e rivedere un padre dal quale non potemmo ricevere nemmeno un lettera durante tutto il corso dei tre anni di guerra. Con timidezza, con trepidazione salimmo gli scaloni che portavano all’ufficio consolare. Il giovane vice console, con molta gentilezza, fece presente a mia madre che per lei e per mio fratello bisognava che si rivolgessero alle autorita’ italiane perche’ non risultavano essere cittadini americani ma avevano il diritto di un visto fuori quota. Io, il fratello minore, essendo nato dopo che mio padre (gia’ cittadino americano) emigrasse negli Stati Uniti, fui considerato cittadino e potevo quindi ottenere un passaporto americano in pochissimo tempo e partire. Mia madre scrisse subito a mio padre chiedendogli consiglio sul dafersi, espriimendo anche timor e perplessita, di far partire il ragazzo da solo. La risposta di mio padre fu netta e decisiva: “Cara Pasqua, lascia che Domenico venga, io sono stanco di attendere.”
    Lasciai il paese il 30 gennaio del 1947, col mio passaporto americano in compagnia di altri paesani stretti in una vecchia balilla dell’agente di viaggio. Dovevamo imbarcarci il giorno dopo sul MARINE PERCH, una navedell’ American export Line che durante il periodo bellico era edibita al trsporto di truppe americane. A mia spiacevole sorpresa il rappresentante della compagnia di viaggio mi informo’ che la mia partanza era stata bloccata per raggioni che a me non furono rivelate e che ancora oggi non riesco a sapere ma posso solo immaginare. Protestai con veemenza ma non ci fu mezzo. Il rappresentante della compagnia in bel dialetto napoletano mi disse: ” Ue picciri’ i tanteccos nunt’e pozz dic”. Poi mi consiglio’ di restare a Napoli promettendomi che sarei sicuramente partito in dieci giorni. L’agente a cui ero affidato voleva riportarmi al paese. Io inamovibilmente mi rifiutai, non volovo far quella brutta figura dopo essermi acccommiatato da tutti, pur considerando la pena e la preoccupazione di mia madre. Restai a Napoli, affidato all’attenzione e alle cure del direttore dell’albergo Rebecchino. Il caro Don ciccio che ancora ricordo contanto affetto, fu come un padre per me. partii il dieci febraio del 1947 con una nave dello stesso tipo chiamata MARIN FALCON…….!


  37. Maria Rosa Colombo ( Luján , Argentina )

    Cara FRANCESCA dopo leggere questi bellissimi racconti, voglio ricordare a mio papá RINO…..arrivato nel 1947 dopo di fare la seconda guerra…….arrivando a un luogo che non éra per niente quello che dicevano, mio papá parlava poco e lavorava tanto…………….. ma faccio mie le parolle della cara NANDA………Accettano tutto e si lamentano poco BRAVI BRAVI BRAVI!!!!!!!!!!!
    Bravi tutti voi carissimi amici con la vostra storia che avete messo sempre in alto il nome della nostra amata ITALIA!!!!!!!!!!!!
    ROSA prego per te……..e ROMUALD complimenti per la tua prossima laurea!!!!!
    A te FRAN alla nostra cara NONNA, e a voi tutti amici un abbraccio, v.v.t.b.


  38. MARTA GALZERANO ( CHIVILCOY , ARGENTINA )

    Cara Francesca:
    Essendo argentina, discendente di terza generazione , non vivevo una storia d’emigrazione, né conobbi i miei nonni italiani ( tutti e quattro sono morti in Argentina troppi giovani) ) , né ascoltavo mai una parola in italiano a casa mia.
    Col passare degli anni provavo un sentimento d’incertezza, di malinconia per tutto quello che io non conoscevo: le mie origini, le mie radici ,la lingua, e tu sai, il sangue e il legame italiano che rimaneva in me mi portò a frequentare un corso di lingua a quasi 60 anni…
    Oggi mi sento molto felice di poter parlare questa lingua , che è davvero avvincente, participare a questo salotto mondiale, aver avuto la possibilità di conoscerti di persona, mantenere un’amicizia , anche se virtuale , con la nostra amata Nonna Lea ed altre amiche sparsi nel mondo…infine gradisco tanto a Dio …
    Adesso ho la sensazione che anch’io rendo un omaggio alla memoria dei miei cari nonni emigranti, alla loro dignità, tenacia, e sforzo in tierra straniera.

    Un caro saluto, Marta.


  39. Claudia Roman ( Jacksonville,Fl , USA )

    Il Primo Maggio 1997 siamo partiti per gli USA e questa volta avevamo solo un biglietto d’andata. Sono certa che avevamo lo stesso tumulto e lo stesso sguardo pensieroso e ansioso degli immigrati della valigia di cartone, la differenza era che l’America noi la conoscevamo gia’ o almeno pensavamo di conoscerla attraverso le varie vacanze trascorse in questo paese e in piu’ mio marito, io e i nostri due figli di 13 e 6 anni avevamo un sacco di valigie e un container via mare che ci seguiva carico di tutti i nostri effetti personali, suppellettili,regali di matrimonio, regali della partenza,giochi dei bimbi, tutto e di piu’ tranne i mobili della casa. Tutte queste cose oggi sono cimeli e ricordi che nessuno di noi e’ in grado di disfarsene anche se sono oramai diventati vecchi e non ci servono piu’. Sono li’ come testimoni al banco di una giuria a ricordarci chi eravamo prima, prima della partenza, prima della mutazione subita durante questi anni vissuti “non a casa”. Si io la definisco mutazione, perche’ come nel passato la giraffa per sopravvivere dovette allungare il collo noi a nostra volta siamo cambiati, nel bene o nel male oggi siamo diversi.
    Mi ricordo bene il giorno della partenza, io ero senza voce tipico segnale del mio corpo quando le emozioni sono troppe e troppo grandi. Da allora ogni volta che torno in Italia ho sempre un calo di voce. All’aereoporto gli sguardi turbati dei nostri genitori, fratelli, amici e i tanti, troppi sorrisi a celare l’ansia e la paura. Non eravamo emotivamente in grado di consolarli ne’ loro di rassicurarci. La cosa che mi colpi’ di piu’ fu la carezza che mi diede mia madre, diversa da tutte le altre e fu in quel momento che la realta’ di cio’ che stava accadendo mi calo’ addosso posandomi un mattone nel cuore e li’ stette e a volte lo sento ancora. Eppure nonostante tutto ero contenta, sapevo che la vita mi aveva dato un’occasione e non l’avevo buttata via, lo sapevamo tutti e quattro e sapevamo anche che il prezzo da pagare era alto. Mi ricordo anche com’e’ cominciato tutto, mio marito che mi propone questo cambiamento dicendomi quanto e’ raro che oggigiorno venga dato un permesso di soggiorno di ben 5 anni a tutta la famiglia e che grazie proprio alla nostra attivita’ gli USA ce lo avevano concesso. Insomma era come vincere alla lotteria,una fortuna! In realta’ mi sono sempre chiesta se fosse una vera fortuna vincere alla lotteria. Bastava solo il mio consenso. Sapevo cosa comportava dire si o no. Se avessi detto di no, nulla sarebbe cambiato stavamo benissimo chi ce lo faceva fare ma una vocina dentro di me diceva anche che forse un giorno me ne sarei potuta pentire e se le cose fossero poi andate male in Italia chissa’ quanti rimpianti avrei avuto a buttar via una tale fortuna….e cosi’ dissi di si. Il mio piu’ grande cruccio e’ che non interpellai mai mia figlia ne’ lo fece mio marito, allora aveva gia’ 13 anni e forse sarebbe stato giusto sentire anche il suo parere e infatti a conferma delle mie paure un giorno ce lo rinfaccio’. A nostra discolpa e per far capire meglio ad Anna e ai bimbi come lei portati via nella valigia posso dire che l’enormita’ della situazione non ci rese molto coerenti e che nel tempo che impiegammo ad organizzare il tutto ( circa una anno) ci furono cosi’ tanti turbamenti che alla fine per far fronte a tutto seppellimmo letteralmente ogni emozione tanto che io personalmente non piansi ne’ sentii nostalgia e affini per molto tempo. Sapete pero’come si dice: quando gli occhi non piangono lo fa il corpo. Io mi ammalai ripetutamente, soffrivo di grandi contratture muscolari che mi affliggono tutt’ora, mio marito si ammalo’ di una grave forma di polmonite, mio figlio ebbe 3 ascessi in bocca e diversi attacchi d’asma e mio figlia sviluppo’ allergie a tutto. Tutto nel primo anno.
    Paradossalmente il fatto che non avevamo problemi economici lasciava piu’ spazio alla sofferenza psicologica. Tutto era una scoperta e tutto era diverso. Con la lingua avevamo problemi ma studiavamo molto e sapevamo che era l’ostacolo piu’ facilmente superabile. I miei figli in 6 mesi parlarono bene, per noi e’ stato piu’ faticoso e tutt’ora abbiamo un accento e ci impappiniamo ma abbiamo imparato a gestire anche con umorismo. L’ingresso a scuola e’ stato traumatico per i miei figli, una si butto’ a capofitto negli studi e l’altro per la frustrazione prendeva a calci i muri. Mia figlia a 13 anni si prenoto’ il biglietto d’aereo, volo’ da sola superando ogni paura e volle restare tutta l’estate a casa della sua amica del cuore e mi diceva io non torno.
    Siamo venuti per scelta sapendo che avremmo potuto fare molto e diventare persone migliori e cosi’ abbiamo capito che per raggiungere il nostro obbiettivo non potevamo abbandonarci alle lamentele, al malessere e seppur nostalgici e malinconici ci siamo dati da fare e da li’ e’ cominciata la nostra mutazione. Oggi mia figlia ha 27 anni e’ sposata con un ragazzo americano (che abbiamo fatto innamorare dell’Italia) e’ un medico e ha una carriera fantastica davanti a se, mio figlio 21 anni sta per laurearsi in economia e commercio, mio marito ed io abbiamo un’attivita’ rinomata nella citta’. Siamo contenti ma ci manca comunque ancora la nostra Italia. Quando ci andiamo ci sentiamo a nostro agio ma vediamo cose e difetti che prima non vedevamo e non siamo piu’ sicuri di poterci adattare al sistema italiano.E’ una vita divisa in due, abbiamo due piedi in una scarpa: amore per due Patrie, doppio passaporto, doppia cittadinanza,doppia lingua, doppia identita’. E’ faticoso ma anche bello.
    Claudia


  40. Anna ( São Paulo , Brasile )

    Cara Claudia,
    bello e completo il tuo racconto.Ma io l’ho detto che non era colpa di nessuno, sono decisioni troppo importanti e, come dici tu, soffocano i sentimenti, non si ha il tempo di pensare a dettagli, nel momento sembrano tali.

    Ti seguo da anni, sò che siete felici nella terra da voi scelta, e che siete pienamente soddisfatti, e questo mi dà molta allegria.Ormai il passato è passato e quel che doveva essere è stato, non credo potevi scegliere diversamente in quel frangente.

    Ma solo volevo dirti una cosa, stai sicura, non vi addattereste più al sistema italiano principalmente il modo di vita. E te lo dico con conoscenza dic ausa inquanto due anni fà ci stetti come se stessi a casa mia, con i parenti che adoro.

    Certo ognuno è ognuno, ma ormai non siamo nè carne nè pesce, e non é detto in modo negativo, non lo siamo, e non penso che abbiamo due piedi in una scarpa, abbiamo un piede in ogni scarpa, così camminiamo con una o con l’altra, ahahaha.

    Un caro abbraccio
    Anna


  41. sergio ( milano , Italia )

    Buongiorno Sig.Francesca
    forse lei potrebbe aiutarmi spero
    Ho lavorato più di quindici anni all estero in Francia
    A quale ufficio o qualè la procedura per sommare gli anni di lavoro e contributi per la pensione qui in Italia
    La ringrazio
    Sergio


  42. Francesco ( Toronto On. , Canada )

    Francesca, vedendo quella bella foto di cento anni fà, non sei cambiata per niente, sei rimasta giovane e bella come lo sei adesso.
    CONGRATULAZIONI, Francesca!!!
    Una volta credevo che solo noi italiani eravamo quelli che emigravano, ma andando all’estero, ho conosciuto, emigranti di quasi tutto il mondo, oggi i nostri emigranti non sono più, quelli con la valigia di cartone, ma essi sono tutti professionisti che sfortunatamente, in Italia non trovono lavoro per la loro specializzazione, specialmente sulle ricerche, che l’Italia non fa niente per promuovere, questi ricercatori che sono costretti ad emigrare…
    Cos’è cambiato in Italia dopo cento anni?
    Hanno cambiati molti maestri, ma la musica non è stata mai cambiata…
    Ciao Francesca, saluti a tutti.
    Francesco.


  43. roy ( sydney , Australia )

    Carissima Francesca,
    e anche per tutti gli amici di questo grande salotto, eccomi qui… con molto di ritardo, augurandovi ….in particolare la nostra grande bellissima ospite,
    il bentornato a tutti…., e nell stesso tempo chiedendo scusa sempre a voi tutti, per il mio tardo rientro. non potete immaginare quanto ci avete mancati a noi,..ovviamente Marietta e Felice. abiamo avuto i nostri problemini,… ed io ancora non riesco risolvere un problema con il mio p.c.
    di casa(pertanto,… questo e un grande secreto… che sto scrivendo dal negozio,…ssshhhh… non ditelo a nessuno..!!!) pero forse ho una domanda per il nostro ‘guru’ dei computer….’Don’ Giuseppe P. (che cmq gli auguro che ora sta molto meglio…..ci credo, con quelle crocerossine…..anche io la venivo a fare una visita…!!) pero , tornando a la domanda…. mio p.c. quando apro la pagina per la prima volta, che Francesca ci invia, poi dopo di questo… me rimane sempre bloccato a la data e ora che la apro,… anche andando a google…,non mi fa leggere piu commenti, e poi nemeno entrare per lasciare un messagio….percio, anche per questo il mio tara entrata.
    Scusate se non ho trattato l’argomento di questa pagina,… pero ho letto alcuni dei vostri commenti, che ho trovato veramente commovente,.. anche se devo dire,… che la storia sembra quasi la stessa per molti,… cambia solo data, luogo e paese. io, pero come Anna e Nanda,… sono nato qui,…e sicuramente miei genitori non hanno fatto risentire i sacrifici e tutti i problemi,… pero dopo ritorno con un po di loro.
    per ora, covevo solo che salutar’vi tutti,…. e assicurare che in questo salotto, noi ci siamo sempre. Maria Rosa,… Lujan,… grazie del pensiere.
    un forte abbraccio a voi tutti….
    Francesca,… a te,.. sempre grazie….ed un bacione grande.
    roy.


  44. Giuseppe ( Toronto Ontario , Canada )

    Francesca Buon giorno !! oggi riprovo!! ieri il compiuter mi ha bloccato!!
    Penso che sia stato un mal funzionamento.

    Vestir la giubba ma non esser “pagliacci” non penso sia la stessa cosa .
    Certo tu trammite i tuoi viaggi e tutte le storie che noi Italiani al’estero ti raccontiamo su questo blog e trammite G.S. I. Tu ne hai una buona idea di come si vive da emigranti.
    Le nostre storie in qualche modo sono tutte uguali, ma tra una e l’altra c’e’ sempre qualche differenaza nel senso che ogniuno di noi ha una storia “unica”
    a noi.Noi emigranti che siamo partiti dopo glia nni 60 non penso che abbiamo sofferto tanto quanto quelli che partivano con le navi a vapore oppute a vela. Per la semplice raggione che in qualche modo dall’altra parte dell’oceno c’era sempre qualce familare che ti aspettava, e sapendo leggere e scrivere e stato un vantaggio! Comunque la nostalgi poi ti assaliva e se non eri un po’ forte di carattere soffrivi!!
    Voglio fare i miei complimenti a Nanda Cozzi di Hamilton che ha saputo descrivere direi con” maestria” come gli italo canadesi sono riusciti a sopravvivere inserirsi nella societa’ canadese e prosperare in questo grande paese, che pur essendo freddo d’nverno d’estate si trasforma in un paese accogliente con tante bellezze naturali ancora incontaminate.
    Io vivo in queto paese da piu’ di 45 anni ma se non era per il fatto che avevo dei traguardi da ragiungere , e cioe’ portare in Canada per( una vita migliore) il resto della mia famiglia essendo io il piu’ anziano di altri tre
    fratelli e sorelle restati orfani di padre,quando io avevo appena 16 anni , dopo una settimana me ne sarei ritornato!
    Oggi posso dire che e’ andata bene! Ho lavorato sempre ,rispettato le leggi del paese e la gente che arriva da ogni parte del modo. Sono andato alle scuole serali per impare un mestiere e la lingua, che io penso e’ la prima cosa che un immigrante doverbbe fare quando arriva in una nuova patria , e mi trovo bene !!Come anche il resto della mia famiglia. E sono grato a questo paese che mi ha aperto la porta alle tante opportunita’ che aveva da offrire. Oggi posso dire: GOD BLES CANADA!!Ma L’Italia resta sempre nel io cuore!!!
    Ciaoo buona giornata a tuttiii!! Giuseppe C.


  45. Lujan ( Buenos Aires , Argentina )

    Ciao ROY ti saluto, baci a MARIETTA e FELICE. Lujan

    RITORNA LA ORA SOLARE
    Lancette in dietro in ITALIA.
    Questa notte termina l ora legale: Alle 3 le lancette dell orologio devono essere riportate alle 2. La ora legale tornera nella notte fra il 24 e il 25 marzo 2012. Agendateli. (Corriere della sera, oggi a Buenos Aires)
    FRANCESCA buon lavoro, baci Lujan.
    Cari saluti amici del blog e buon fine settimana…


  46. Anna ( São Paulo , Brasile )

    Carissima Lujan,

    Grazie per l’ora solare che ritorna in Italia. Ora sì che non ci capisco niente, per me loro stanno andando verso l’invenro, stanno infagottati…

    L’orologio và inietro quindi le giornate sono in differenza da noi con tre ore invece di quattro, visto che ora dal Brasile ce ne stanno quattro?

    A me le parole avanti ed indietro quando si tratta di orologio mi confondo sempre, anche in portoghese, adianta, atrasa, ma visto che in Argentina è la stessa cosa, per piacere dimmi, se qui sono le sei della sera lì sono che ore? E mi dispiace per questo vuoto mentale che ho, non solo, ma anche.

    Grazie se mi eviti di cercare sul Corriere, avrei lo stesso problema.

    Grazie, un bacione, è uno scherzo per le streghe, profitto.


  47. Lujan ( Bs.As. , Argentina )

    Gent.ma ANNA ,qui a Buenos Aires, abbiamo una diferenzza in meno de 5 ore, per cio, sabato pasato ho veduto GRAN SPORTELO ITALIA a 19 hs pm.
    Oggi non so. Il cambiamento orario e a partire della domenica, de consueto, ma FRANCESCA fara il informe de servicio, per la puntata de oggi.
    State atenta una ore in meno, per caso. Io lo ho letto al Corrieri de oggi in prima pagina sotto, una piccola noticia. Per noi e importante per seguire il programa, piu importante e per la dolce LEA e per la cara FRANCESCA ec. ec. Oggi a Buenos Aires e un giorno solare, molto gradevole, spero che a San Pablo
    sia bello cosi. Bacione a te e a tua famiglia. Lujan
    PS: il mail che hai letto e testuale del Corriere. Ho famiglia a Londra e a volte, ho portato due orologgi per caso…waw!!!


  48. Ralli Lea ( Roma , Italia ) ( Roma , Italia )

    Saluti a tutti

    ALLUVIONE A ROMA

    Quant’acqua !
    Mamma mia!
    E tutta a casa mia.

    P’annà su la loggetta
    me ce vò ‘na barchetta
    e a fà la spesa nun s’esce
    si tutto nun finisce…

    Puro er gatto è sparito
    chissà indove è fenito
    lo chiamo e nu me sente
    de me gn’ emporta gnente .

    La robba ar coridore
    sta a mollo da du’ore.
    e l ‘arberi de fiori
    che sbatteno de fòri

    Potrei stammene a letto
    ma è diventato un laghetto
    e me sto a infreddolì
    rischianno de morì.

    In più mò sto all’ oscuro
    che li fili drent’ar muro
    sò tutti infrascicati
    e se sò furminati.

    La luce nun s’accenne
    la radio nun se sente …
    e l’ acqua ancora sale
    sta quasi pé le scale

    e ancora nun è giorno …
    Me pare er finimommo!

    Nonna Lea l’Estroversiana


  49. Lujan ( Bs.As. , Argentina )

    Aqua di piu a Roma, Liguria, Thailandia. Disastro, il cambiamento di stazzione, il gran caldo stivale. I glaciali che si fondeno, e il aqua fuori luoghi.
    Disordinata la natura fa strage. Una preghiera per la gente a rischio.
    LEA tu sei in alto, che presto ritorne la normalita. Auguri e cari saluti.


  50. claudia rossi ( buenos aires , argentina )

    Ti sei messa Francesca nei panni di quelli che hanno lasciato la loro terra cercando un mondo “migliore” e ora come dici tu ancora sono tanti italiani che cercano di aprirsi una strada di lavoro in questo mondo globalizzato.

    Credo che abbiamo conosciuto il lavoro di questo fotografo attraverso te o almeno io ho visto gia il suo lavoro di ricreazione di un tempo che fu, doloroso, nostalgico, di tanti sentimenti caricati di emozione per una terra che continua a sentirsi dentro e che nel mio caso mio papa ha saputo trasmettere senza chiederselo a noi figli di questi emigrati di un’altra epoca.

    Tutte storie di emigranti che sono belle da sentire perche nessuno e uguale ad una altra.

    Io saluto a tutti quelli che partirono e che hanno avuto questo coraggio di ricominciare una vita da capo…
    da buenos aires,
    claudia


  51. Anna ( São Paulo , Brasile )

    Cara Lujan ti ringrazio per l’informazione, stò con la TV legata. Io pensavo che voi in Argentin avevate l’orario nostro, senò non ti davo fastidio.
    Qui la giornata bellissima ma impraticabile, 25 gradi dentro dic asa all’ombra. Sono uscita, un caldo afoso, però bella sì.
    Io tutti gli anni e durante tutto l’anno ho problema con gli orari, quando me lo imparo già cambia, ci rinunzio…la mia testa non riesce a riunire i vari cambiamenti. Sai che qui quando cambia io cambio gli orologi chiedendo l’ora legale al telfono il giorno in cui annunziano il cambiamento. Faccio molta confusione. Ma grazie e scusa. Domani sicuramente nel blog di Francesca daranno il nuovo orario in Italia e così, proprio se…Un bbraccione

    Nonna Léa, grazie della tua bella poesia peccato che triste, ma anche spiritosa, ho riso, solo tu proprio. Sento che piove da voi, ma la tua bella terrazza è bella anche con la pioggia, si vede sempre qualcosa anche se non puoi andarci su. Poi ti innaffia le piante, un lavoro a meno. E poi ricordati il caldo che, tra l’altro, ora tocca a noi. Ma è il tempo…dicono che la pioggia a Roma è diversa da quella di questa immensa caotica città nostra, ma mi sà tanto che casca sempre dal cielo ed è l’unica cosa che, credo abbiamo in comune, il cielo.

    Un bcione a tutte con l’orario giusto per tutti i paesi….Giuseppe, Claudia, belli anche i vostri racconti, certo meno problematici a vedersi da fuori, ma le vite sono così diverse, le persone anche, ognuno vede le cose con occhi diversi. Io mi sono sempre chiesta se siamo tutti sicuri che vediamo tutti le stesse cose, gli stessi colori, se il mio verde è uguale al tuo…e impossibile saperlo, le anime anche sono difficili a comprendere, e nessuno è uguale a nessuno.

    Buona domenica a tutti
    Anna


  52. Maria ( Montreal , Canada )

    Carissima Francesca , puntualmente ho appena finito di guardare la puntata che trovo molto interessante,ci sono state delle informazzioni che mi riguardano da vicino,grazie.

    Bellissimo il tuo vestito blu royale,con il tuo fisico tutto ti sta a pennello.
    Bravo Agostino per avere cantato magistricalmente le canzoni di Biagio Antonacci.
    Voglio salutare tutti gli amici del blog,un saluto particolare alla nostra dolcissima nonna Lea.
    Un abbraccio grande a te…
    Buona domenica/
    Maria


  53. Vittorio Cassone ( San Paolo , Brasile )

    Bambinella FRANCESCA: Bellissima puntata anche stasera, e ringraziamo a tutti (Dr. GRASSUCCI e le altre due Bambinelle) che hanno fornito delle informazioni utili.
    Auguroni.


  54. Lujan ( bs. as , Argentina )

    ANNINA un piacere comunicarme con te, sono enamorata del Brasile, mi sembra un Paradiso, diverso a mi amata ITALIA, ma paradiso al fine.
    La musica, la gente, il mare, la natura, il grande Arq. Niemeyer che adoro
    sta en tutto il grande paese, credo che ha come 100 anni.
    Vinicius, Chico Buarque, Joao G. ec. e la magia del sole,che e piu intenso en Brasile, energia cosmica pura. Bah…quasi niente eh eh eh, come dici tu.
    Bacione.
    PS:Io ho un orologio en el cervello, me sveglio y se l ora. Sono un computer.
    Cambiamo argomento, oggi la grande FRANCESCA se ha arrabbiato un po.
    Ciao cara…


  55. Anna ( São Paulo , Brasile )

    Carissima Lujan,
    Mi fà piacere che ami tanto il Brasile, certo è variato, grande ed ha posti meravigliosi, come in tutto il mondo. Non tanto questa città che ha un grande fascino, che non lascerei mai in cambio delle città interiorane ma che ci fà avere vertigini di tanta agitazione, e pericoli, non si può usicre la sera, per dire.
    Certo i sogni sono bellissimi perchè sono sogni, ma io invece amo Baires, è una città europea, i miei genitori ci tornavano spesso, e sento che ora non tanto tranquilla, ma una sera tornai con un amica alle 2 del mattino da una riunione echiaccherammo in strada prima di andare ognuna a casa, qui impossibile.

    Sono felice che tu hai un computer nel cervello, il mio cervello manca di pezzi…
    Non credo Francesca sia arrabbiata, ha messo l’argomento imigrazione. Lo scambio di esperienze tra di noi, emigrati in tutto il mondo, fà parte dell’argomento, a mio vedere, non è vero? Ma se vuoi venire a vedere il tuo sogno, ci sono io qui, non che sia gran chè, ma se il Brasile lo è, vale la pena.
    Un abbraccio
    Anna


  56. Elvira ( Santa Rosa LP , Argentina )

    Carissima Francesca,
    complimenti per la foto, sia a te, che ne sei la protagonista, sia a Michele Petruzziello, originalissimo fotografo. Molto bella la sua idea.
    Sei anni e mezzo fa anche io sono “emigrata” dall’Italia, ma non so se, nel mio caso, si possa parlare di “emigrazione”, visto che il motivo che mi ha portata quaggiù è stata una freccia. Sì, una freccia, quella che Cupido ha scoccato, trafiggendo il cuore mio e quello di mio marito, argentino puro, unendoci senza via di scampo! Non ci ho pensato su due volte a impacchettare le mie quattro cose e trasferirmi. Ovviamente l’Italia l’ho sempre portata nel cuore, ed anzi, dopo due mesi dal trasferimento, la portavo anche già in… grembo. Con l’arrivo di Pietro Maria ho avuto un po’ di Italia tra le mie braccia, ed ora lui è il mio orgoglio e il mio vanto, perché parla, oltre al castellano, un Italiano perfetto, visto che è la lingua che ha sempre sentito, fin dal primo giorno che ho saputo di averlo dentro di me; lui è dunque la presenza VIVA della mia Patria originaria in questa che è la mia seconda Patria. Non contenta, mi dedico all’insegnanto della nostra bellissima lingua a quanti decidono di venire a studiarla da me.
    In una foto di Michele, l’oggetto che avrei tra le mia braccia sarebbe sicuramente una lavagna e un gessetto! E un cuore disegnato sulla lavagna!!!
    Un abbraccio a te, Francesca, e un saluto a tutti i lettori.


  57. Danila ( Jacksonville )

    Ciao cara Francesca , come va?
    Io un po’ piu`incasinata del solito… in questo la mia vita e` rimasta molto simile a quella in Italia.
    Altre cose sono cambiate?? alcune si, ma non tantissime…. da un punto di vista puramente materiale direi che sono pari.. piu` o meno faccio quello che facevo prima del 2004, solo che lo faccio parlando una lingua diversa.
    Quello che per me e` fortemente diverso e` l’aspetto affettivo. Il vuoto di vivere lontano dalla mia famiglia non potra` mai essere colmato da una casa piu` grande o da una macchina di cilindrata superiore alla mia Pandina rossa che guidavo in giro per Napoli.
    Anche io, come Elvira , sono “emigrata” per amore e la cosa che mi fa ridere dopo tutti questi anni e` che mio marito , 100% americano senza nemmeno un briciolo di DNA italiano, sente la mia stessa nostalgia per l’Italia. Lavoro permettendo, ci tornerebbe al volo… senza nemmeno fare i bagagli..

    Ho visto anche altre foto di Michele Petruzziello, sempre relative a questo progetto, e devo dire che sono tutte bellissime. Fa strano vederti in una foto senza il tuo sorriso, ma proprio questa tua espressione seria rende ancora meglio l’idea di quello che poteva essere lo stato d’animo di chi ha vissuto l’esperienza dell’emigrazione 100 e passa anni fa. Oggi, per fortuna, nelle foto siamo quasi sempre tutti sorridenti !!
    HAPPY HALLOWEEN…Fran, se bussi al mio campanello ti riempio di dolcetti :-)


  58. Lujan ( Baires. , Argentina )

    Grazie ANNA sei carina, questo anno debo fare un po di ordine en casa mia,
    anche en mia vita personale. Doppo debo andare a prendere il sole che fa tanto bene al anima. Sei molto amabile, io scrivo male, ma penso che me capiscono. Tutto il bene per te, un bacione. Lujan.
    PS: Il Garzanti e “il meio amico del uomo ” e il piccolo cumputer me corregge
    anche. Ciao cara…

    FRANCESCA, LEA, AGOSTINO PENNA, buona settimana, bacione. Lujan


  59. nella santo ( adelaide , sud australia )

    cara francesca,bellissima la foto di cento anni fa non sembri tantto vechia.o visto il lavoro di michele pitruzzella nel tuo programma e il resto delle sui foto molto belle ma la tua sicuramente la piu bella di tutte.certo che lemigrazione e stata per tutti noi dificile perche dovere lasciare la propria terra di origine non e fagile per nessuno nel mio caso la mia bellissima calabria quasi 40anni fa insieme ai miei genitori e 5 altri coponenti della famiglia con la nave galileo galilei nel 72 che allora erono lultimi viaggi che si fagevano prima che si chiudeva lemigrazione.certo per noi non e stato proprio difficile perche cerano dei parenti di papa cosi per noi e stato neno difficile di coloro che sono arrivati subito dopo la querra certo la linqua era la magiore dificolta che poi io piano piano o imparato cosa che i mie genitori non anno mai fatto perche mio padre non era mai contento di essere emigrato ma la fatto per il bene di noi figli per un futuro migliore.adesso io aprezzo tanto dove vivo la mia seconda patria ma di sicuro la mia madre patria mi rimane nel sangue per sempre anzi ti dico che il mio nipote di 9anni che tu francesca ai conoscuto e pazzo per tutto quello che il tricolore le canzone italiane che le faccio ascoltare e pure stato in italia e in europa lanno scorsso e rimasto incantato di tutto quello che a visto sono molto orgogliosa di tutto questo cosi quando io non ci saro mi aguro che lui continua con le tradizione e non dimentica mai le sue radice.saluti a tutti del salotto abracci di cuore a te francesca da nella


  60. Erminio ( Norristown, PA , USA )

    Per noi emigrati ci sono due date che non si dimenticano mai.
    La data di nascita e la data che siamo partiti dall’Italia.
    Non avresti dovuto rivelare subito la tua identita’ nella foto e vedere quanti di noi che siamo abituati a vederti sempre sorridente e felice ti avrebbero riconosciuta con quella faccia triste da emigrata di cento anni fa’.
    Per me sarebbe potuto essere una delle migliaia di persone, che io chiamo pionieri e che ho imparato a rispettare e ad amare dopo che io stesso sono diventato emigrante. Con i loro sacrifici , la loro sofferenza e la loro determinazione hanno pavimentato la strada per noi che siamo venuti dopo.
    In quella valigia di cartone ci sono tanti ricordi, tante speranze, tanti sogni e tanto talento. A questa persona nella foto farei un monumento dedicato tutto a lei per ringraziarla e per far ricordare alle future generazioni quanto questa ragazza con il volto triste a dato all’Italia e agli Italiani in Italia e all’estero.
    Erminio


  61. roy ( sydney , Australia )

    Carissima Francesca,
    finalemente rientro, con calma dopo aver avuto tempo di leggere quest’ultima pagina. da dove parto,…. ovviamente da la tua foto,…mamma mia,…che faccia…!!!
    pero, dicendo questo…. credo che cosi, si poteva dire per i milioni di emigrati, che a la sua partenza,… si sapeva quell’ che si lasciava,…pero sensa avere un minimo di idea, quell’ che si trovava al fine dell viaggio. oggi, partiamo,… e si sa esattamente quell’ che si aspetta, il lavoro che si incomincia, persino anche la casa gia pronta.
    mio padre, Felice, e partito nell ’56’, solo.., per fare qualche anno di fatica, per guadagnare qualcosa,… per poi tornare per continuare la vita con la sua famiglia.
    e partito con la ‘classica valiggia di cartone’, arrivato con solo poco di piu per pagare la prima settimana di affitto, in loro tempi,….avendo finito scuola a 11 anni, interotto per la guerra,.. chiaramente non sapevo nemenno una parola in inglese.
    dopo tre anni, anzi che tornare, ha fatto venire mia madre,Marietta, con mia sorella
    pur per sempre fare qualcosa in piu. il resto, come se dice nei film,…’e storia’
    Francesca, come ho detto, qui ogni persona ha un suo racconto diverso, certo,
    cambia la data, il posto,… e anche le circostanze,… quell ‘ che non cambia…..
    “la tristezza che la tua foto ha catturato benissimo Michele Petruzziello, che sicuramente anche mie genitori,…. e moltissimi di voi amici in salotto avete subito”
    io, come ho sempre detto,.. non ho mai sofferto,… grazie sempre per gli sforzi dei miei genitori,… anche se,… nei primi anni,,,… anche qui, gli italiani non venivano apprezzati, anzi, me ricordo anche quando ero a scuola, anni 75-80,… ancora si trattava di “loro… contro noi..!!! ” pero, pian piano,.. grazie sempre a gli sacrifici di miei genitori, e tutti voi in salotto come loro,… e gli milioni ancora in piu diffuso per tutto il mondo,…. noi italiani nell mondo,… ed ancora in piu,…L’Italia e tutti gli italiani,…. sono SEMPRE ben visti, ben accettati dovunque si va per questo mondo. ora, pero,… credo che tocca a noi,… discendenti,… per mantenere questo valore , talmente cercato e guadagnato, da i nostri genitori, nonni, bisnonni…!!
    proprio per questo,… trovo cosi importante questo spazio che solo tu Francesca,
    continui a concedere a noi tutti… sia qui in salotto,.. che anche in Gran Sportello.
    tramite questa foto….Francesca,… hai solo che rinforzato quell che noi tutti sapiamo, che solo TU, sei stata veramente capace di capire quell che significa di essere “UN ITALIANO VERO”
    un grande abbraccio a tutti
    Francesca, come sempre,… grazie per questo spazio,…..un bacione
    roy.


  62. María Rosa Colombo ( Luján , Argentina )

    Condivido in tutto ROY !!!!!!! Bacione a Marietta e Felice!!!!!!
    Cara FRANCESCA complimenti come sempre per il nostro GRAN SPORTELLO ITALIA………grazie a tutti……..e tanti baci!!!!!!!!


  63. Fatima ( São Paulo , Brasil )

    Che post meraviglioso ed emozionante!
    I miei antenati sono pure arrivati in Brasile, a São Paulo, e come te in quella foto, erano belli e giovani.
    Coraggiosi loro! Mi orgoglio di loro e del posto dove sono nata io.
    Coraggiosi anche gli italiani stessi che han lasciato le loro case per iniziare una nuova vita ad Agro Pontino ancora all’epoca di Mussolini (sto leggendo Canale Mussolini di A. Pennacchi).
    Coraggiosi i migranti del sud che sono andati in cerca di lavoro al nord.
    Coraggiosi anche quelli che fuggono dalla miseria, cercando di arrivare sulle coste di Lampedusa.

    Come su quel globo che tu hai in mano ci sono oggi sette miliardi di persone. Diamoci le mani per aiutarci poichè la valigia di cartone è molto fragile!
    Un abbraccio a tutti.
    Fatima


  64. Francesca Verde ( Melbourne , Australia )

    Carissima Francesca grazie per trattare questo imbortante algomento,nesssuno della Rai e del Mondo conosce agli Italiani Allestero meglio di te, siamo come due cuori in una capanna…… solo che noi ne siamo molto di piu, si vede dalla foto che il legame tra noi e te e fortissimo,cara solo la parola emigrande e molto dolorosa,la mia famiglia che era composta di sei persone Mamma Papa io e mia sorella e due fratelli,siamo partiti dal porto di Napoli con Galieo Galiei il 4 settembre il 1968,e stato triste lasciare la nostra Italia e tutti i parenti ed amici, ricordo ancora le parole di mia Nonna paterna che piancento diceva andate tanto londano e come andare in un pozzo non ci vedremo mai piu, e propio cosi e stato,detto questo ho detto tutto,e stato molto duro per i primi tempi di piu per i miei genitori,io dopo un po di anni ho trovatato l’amore della mia vita ci siamo sposati ho avuto 4 figli,loro mi anno regalato 7 nipotini che mi danno tanta forza e tanta voglia di vivere,ma mi manca tanto la mia Italia e i miei famigliari e amici tutti,ce sempre tanta nostalgia.Francesca ancora grazie di cuore per ti occupare di noi tutti e farci compagnia tra gli schermi con il programma G.S.I.da noi tanto amato, che sempre molto istruttivo e pieno di emozione,

    PS. Carissima qui oggi si festeggia Melborne Cup,tre anni fa tu eri qui in sieme a noi,ci manchi tanto, anche il tempo e un po appasionato, questo e per farti capire quando ti vogliamo bene, tesoro l’Australia cia un portone grandissimo sempre aperto per te torna quando vuoi sarei sempre la ben venuta,
    ti voglio bene.
    Francesca
    un caro saluto a tutti in salotto


  65. Francesco ( Toronto On. , Canada )

    Francesca, ho l’impressione che ci manca un mio messaggio, se è stato cancellato, si vede che ho detto qualcosa, che non dovevo, comunque per me va bene così.
    Questa sera qui si è celebrato HALLOWEEN, ed è stata una bella serata con molti ragazzi e ragazze, che sono venuti per il TRICK OR TREAT.
    Ho visto che anche in Italia, si festeggia l’Halloween, cosa che nel passato non sapevano nemmeno cos’era.
    Certo che il mondo è cambiato, ma se si cambia per le cose belle, è una buona cosa….Ciao Francesca, ciao a tutti.
    Francesco.


  66. Giuseppe PAMPENA ( USA )

    Dolcettoooo or scherzettoooo! ;)..


  67. Giuseppe PAMPENA ( USA )

    Fare “dolcetto o scherzetto” e travestirsi
    Dolcetto o scherzetto in SveziaFare dolcetto o scherzetto è un’usanza di Halloween per i bambini. I bambini vanno in costume di casa in casa chiedendo dolciumi come caramelle o qualche spicciolo con la domanda “Dolcetto o scherzetto?” La parola “scherzetto” è la traduzione dell’inglese “trick”, che si riferisce alla “minaccia” (“threat” in inglese) di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà se non viene dato alcun dolcetto. In alcune parti della Scozia i bambini girovagano ancora travestiti. Con queste sembianze fanno qualche marachella, es. cantano o raccontano storie di fantasmi, per guadagnare i loro dolcetti.

    La pratica del travestirsi e del chiedere porta a porta in questo giorno risale al Medio Evo e si rifà alla pratica tardomedioevale dell’elemosina, quando la gente povera andava porta a porta ad Ognissanti (il 1° novembre) e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della Commemorazione dei defunti (il 2 novembre). Questa usanza nacque in Irlanda e Gran Bretagna,[13] sebbene pratiche simili per le anime dei morti sono state ritrovate anche in Sud Italia.[14] Shakespeare menziona la pratica nella sua commedia Due gentiluomini di Verona (1593), quando Speed accusa il suo maestro di “lagnarsi come un mendicante ad Hallowmas [Halloween].”[15]


  68. Lujan ( Buenos Aires , Argentina )

    Gent.mo PAMPENA tu sei mi Traccani virtuale, che interesante l origini di questo giorno, “preghare per i morti a cambio di chivo”, bellisima tradizione,
    Credo che il paese piu impegnato in festeggiare la festa dei morti sia il Messico.
    Di notte, portano il chivo prediletto del parenti al cimitero , alla mattina lo manggiano vicino alla tomba . Grazie mille per tuo informe
    e che il cuore vada benissimo. Caro saluto

    Ciao MARIA M: buona festa de ognisanti. Baci

    FRANCESCA, LEA, cari saluti.


  69. Francesco ( Toronto On. , Canada )

    Francesca, il programma di sabato era molto interessante sapere, cose che non si pensano nemmeno.
    Ed è molto bello sapere, e vedere cose nuove, e cose che non si sanno.
    Per la nazionalità, sono rimasto sorpreso che tanta gente che hanno i nonni e bisnonni italiani, sono interessati ad ottenere la nostra cittadina, questo è una cosa che interessa sapere, chissà se qualche volta, alcuni membri della mia famiglia, vorrebbero anche loro prendere la cittadinanza italiana, se sono interessati.
    È molto piacevole apprendere cose nuove , al GSI.
    Ed è bello guardarlo, spero che durerà per moltissimo tempo, ed è bello anche vederti in TV.
    Quello di prima era un pò differente, mi dispiace che non mi ricordo com’era.
    Ciao Francesca…


  70. Giuseppe ( Montreal , Canada )

    “Vorrei incontrarti fra cent’anni” ha scritto un giovane cantautore dei nostri giorni.

    Ed ecco che la nostra Francesca ha avuto la brillante idea di presentarsi in salotto nei nostalgici panni di cent’anni fà.

    AMMAZZA TE OH quanto sei rimasta giovane e bella! France’, perché non sveli anche a noi la ricetta della tanto sognata ETERNA GIOVINEZZA?

    Un saluto e un abbraccio a tutti ovunque voi siate, Giuseppe

    P.S. Ben presto ti invierò qualcosa negli studi di Saxa Rubra, nella speranza che tu possa realizzare un mio sogno nel cassetto!


  71. Franco Petrocco ( Valinhos , Brasile )

    Cara Francesca, dopo molto tempo di assenza, mi faccio sentire e dire che, ho letto in qualche parte del blog, che ti piacerebbe ricevere notizie, storie di famiglie emigrate, della vita all’estero ec… C’è un libro che contiene la storia di una famiglia che parte da Pescara per il Brasile e se credi che puo servire, te lo faccio capitare.
    Per adesso ti lasscio i migliori auguri di grande successo nel “Gran Sportello Italia”
    Un bacione
    Franco Petrocco


  72. Maria

    Ciao bella Francesca
    E’ bello sapere cose che ci riguardano per la nostra vita. Non ti avevo riconosciuta nella foto, veramente fantastica.
    Io non mi considero emigrante, perche’ ho seguito mio marito in America, sono arrivata qui coniugata, ed non per un lavoro.
    Lasciando la mia bella Napoli, ho dovuto ricominciare una nuova vita, qui nello stato della Virginia, tutti i sentimenti che avevo ed che ho per la mia citta’ ci sono sempre. Ho avuto grande soddisfazione con i miei figli, loro si che possono parlare della loro cara mamma facendo tanti sacrifici per loro, ed per il loro avvenire.
    Il tuo programma aiuta molto a quelli che sono venuti in America molto prima di me.
    Ti abbraccio caramente, con affetto Maria


  73. Mariella Brogan ( Westbury, New York )

    Carissima Francesca,
    La tua bella foto mi ha molto emozionata. Guardandorla prima di leggere chi era, ti ho riconosciuta subito. Sei bella in tutti i modi e conosci bene tutti i mostri sentimenti. BRAVA
    Con i miei ragazzi a scuola studiando l’emigrazione gli raccontavo che anche io ero una emigrante. Si stupivano a sapere del duro e lungo viaggio attraverso l’oceano. (11 giorni con grandi temporal,i un po come il viaggio della Mayflower Arrivando qui, come tutti gli emigranti non sapendo l’Inglese era difficile communicare. Per noi bambini era piu facile, ma per i genitori dopo tanti anni conoscevano solo piccole frasi della nuova lingua.
    Eppure ce l’abbiamo fatta con i loro sacrifici. Mio fratello si laureo in ingegneria ed io insegnante elementare, ed abbiamo portato avanti la cultura italiana attraverso i nostri figli e nipoti .
    A casa si parlava sempre il dialetto siciliano ma io ho imparato a leggere e scrivere attraverso la RAI e il giornale italiano che mio papa’ comprava ogni giorno.. Al mio liceo non offrivano l’italiano ma il francese , ma essendo la grammatica quasi simile mi facilito’ a scrivere l’italiano (molto elementare e a volte non corretto ma sono fiera di quello che so.)

    Francesca quest’estate abbiamo traslocato e il mio e mail e’ diverso. A volte mi arriva la tua email ma questa volta no. Per caso sono andata al tuo sito e ho visto questa puntata del blog. Ti prego di modificare il vecchio e mail con quello incluso in questo messaggio.
    Tu lo sai che ci tengo molto a partecipare al blog e a tutti i cari amici. E parlando di amici mando un caro saluto a Giuseppe Pampena. Lo ringrazio molto per le sue interessanti informazioni e spero che si sia rimesso.
    A te un forte abbraccio e arrivederci sabato sera al Grande Sportello.


  74. Sueli ( São Paulo , Brasile )

    Carissima Francesca!
    Quanta emozione!!! Non lo so cosa dire, dirò che sei creativa e meravigliosa.
    Ho ricordato i miei nonni quando sono arrivati in Brasile.
    Un grosso abbraccio della brasiliana più italiana.
    Sueli


  75. Mario González ( Buenos Aires , Argentina )

    Cari Amici e Connazionali in tutto il Mondo:

    Vi rivolgo un caloroso saluto da Buenos Aires(Argentina), e per quanto Ti riguarda, Francesca, Ti auguro un altro anno pieno di successi, e di viaggi tra le Comunità italiane all’estero.Come al solito, continuerò a collaborare col Tuo programma, inviando tutti i collegamenti italiani all’estero che trovi in rete.

    Un abbraccio ideale a tutti voi!!!


  76. Mario González ( Buenos Aires , Argentina )

    INVITO GENERALE A TUTTI GLI ITALO-ARGENTINI:

    SABADO 19 NOVEMBRE 2011, DALLE ORE 12, SI TERRA SU AVENIDA DE MAYO,TRA LE STRADE BOLIVAR E CHACABUCO, A BUENOS AIRES, IL FESTIVALE BUENOS AIRES CELEBRA ITALIA, CON BARACCONI, GRUPPI FOLK, CANTANTI, SORTEGGI, CIBO E BEVANDE TIPICHE ITALIANE, E PROGRAMMI RADIOFONICI IN DIRETTA, DAI LORO BARACCONI.


  77. Alfonso ( Montreal )

    Carissima Francesca, molto interessante leggere i racconti dei nostri emigranti.
    La nave, che da giovincello, mi portò da Napoli a New york e poi in treno a Montreal, era l’orgoglio della nostra flotta mercantile italiana. L’anno successivo, al largo della costa di New york, L’ANDREA DORIA in uno scontro, con la Stockholm svedese, colò nel profondo dell’Atlantico il 26 luglio 1956. Una tragedia mai compresa che ha lasciato tanti dubbi sulla nave rivale. Una immagine che è rimasta impressa nella mia mente vedere alla TV, quella parte di me, inabbissarsi con tanta agonia.


  78. Maria ( Montreal , Canada )

    Carissima Francesca ,questa puntata e` stata davvero bella in tutti i senzi,
    tante informazioni interessanti.

    Agostino e` formidabile,una voce eccezzionale..complimenti.
    Tu cara Francesca sei sempre radiante,i tuoi vestiti sempre bellissimi,
    con il corpo che hai tutto ti sta benissimo.

    Auguro a te una buona domenica ,alla prossima puntata.
    Un abbraccio grande alla nostra dolce nonna Lea.
    Un saluto a tutti voi amici.
    Maria


  79. Francesco ( Toronto On. , Canada )

    Ciao Francesca, c’è sempre qualcosa da imparare, e grazie al GSI. Queste cose si imparono.
    Come al programma di questa sera, che tra pensione, ed altre cose ho notato, che dopo tutto questo tempo, ancora si parla di pensione di guerra.
    Io auguro a tutte queste persone che hanno fatto queste domande, che tutto si risolve con buone notizie.
    Cosa posso dire, tutto è bello, quello che è bello.
    Ed anche questo è stato bello…
    Saluti a te, e tutti, Francesco.


  80. gaetana ( melbourne , australia )

    Cara Francesca il pensiero per il momento va alla citta di Genova, che mi ha visto crescere , dove mi son sposata , mi ha visto lasciare il porto di genova per una vita in australia, la mia seconda citta dopo palermo. Hancora le mie sorelle, mio fratello con la loro famiglia,io abitavo vicino a via fereggiano, anche le mie sorelle abitano in quella zona, per fortuna loro stanno bene, ma il dispiacere e per le persone che hanno perso la vita e tutto il loro avvenire , che Dio protegga a tutte le persone, che passano queste esperienze , con i disastri naturali, si vede, che siamo castigati, troppo cattivi nel mondo. Grazie per l’occasione di dire queste cose, Gaetana


  81. Maria ( Newport News , Virginia )

    Buon Giorno Francesca
    Sempre come al solito bella, linda ed pinta. Il programmo v’ avanti dei buoni aggiornamenti.
    Io desidero sapere una cosa ma sono i tutti i tuoi capelli cosi’ lunghi?
    Io fatto questione con una signora che guarda il tuo programma, ma lei non scrive sul Blog, mi ha detto ma quella tiene l’ estensione. Ho rispotto impossibile, perche’ Io la guardo alla TV dal 1989, ed aveva gia’ i capelli lunghi.
    Oggi avro’ la tua piccola fan, abbiamo una foto per da spedire, nella cartolina di Natale, come e’ bella.
    Ti abbraccio caramente, un grade bacione, con affetto Maria


  82. Francesca Verde ( Australia , Melbourne )

    Carissima Francesca anche questa puntata e andata,sempre bellissima e molte cose da imparare,tu sei sempre bella e graziosa e ci metti sempre tutto per far felice tutti,
    arrivederci alla prossima,un saluto a tutti in salotto,e ad Agostino anche lui molto bravo,
    e un bacione a te.
    Francesca


  83. Giuseppe ( Melbourne , Australia )

    Carissima Francesca
    Bellissima puntata e molto interessante ti devo dire che bellissima e graziosa per tutto quello che fai E interessante per tutti gli Italiani sparsi nle mondo che ti ascoltano e ti seguono.
    un saluto ad Agostino per la sua musica e bravo a proporre le bellissime canzone di Mia Martini una graziosa cantante
    un saluto a te’ un un bacione
    Giuseppe x


  84. Ralli Lea ( Roma , Italia ) ( Roma , Italia )

    Scusandomi , ripeto la poesia poiché , stampandola , una strofa è venuta imperfetta

    A GENOVA
    Su Genova disastrata
    va l’anima mia accorata
    a quanto accade non credo
    pur se è vero ciò che vedo .

    L’acqua che l’ ha travolta
    l’ ha invasa e l’ha sconvolta
    e come Nemesi ignota
    ha reso ogni casa vuota.

    Nessuno si è sottratto
    al disastroso fatto
    che giunto senza avviso
    ha spento in tutti il riso.

    S’ode il pianto disperato
    di chi, sopravvissuto ,
    più nulla ha ritrovato
    di quanto avea creato

    e invidia chi, ormai sparito,
    non soffre per l’ accaduto
    che tutto ha cancellato
    del territorio amato.

    Nonna Lea l’Estroversiana


  85. Anna maranca ( São Paulo , Brasile )

    Cara Nonna Léa,

    che belle le poesie ma che tristezza che debbano essere su questo disastro…
    Speriamo le cose si mettano meglio, povera gente.

    bacioni e grazie, sei sempre pronta e brava..


  86. Lujan ( bs. as. , Argentina )

    Certo carissima LEA un disastro prevedibile, lo stesso che ha succeso a Firenze
    il 3 e 4 di novembre di 1966. Tutti il capolavoro de nostri antenati sotto l aqua. Genova che ha visutto partire a tanti italiani , Genova la del grande Cimitero di Staglieno, famoso nell mondo per tante opera d arte .
    Il potere debe essere usato per cuidare al uomo e alla natura , no per chicherare in tv. Uomo contra uomo, e una vergogna tanta violenza per il potere, efimero, potere terrenale. Va una preghiera per la gente che sofre, in Italia e in tutto il mondo. Un forte abracchio. Lujan


  87. Maria ( Montreal , Canada )

    Carissima nonna Lea,bella la poesia dedicata alla grande Genova disastrata,
    peccato che devono succedere queste tragedie,non si sa il perche` succedono,forse la cattiveria dell’uomo ?…solo Dio lo sa.
    Un pensiero affettuso e una preghiera va a tutti loro.
    Un saluto da….
    Maria


  88. Giuseppe PAMPENA ( USA )

    Ciao Mariella,
    Grazie per il tuo caro saluto…si la mia salute sta’ migliorando, lo zucchero, il colostero, la pressione del sangue, le dosi di insulina sono tutte abbassate…anche il peso!!! un abbraccio!

    **a me l’hai mandato il nuovo e mail?

    Ciao!
    Giuseppe P


  89. MARTA GALZERANO ( CHIVILCOY , ARGENTINA )

    Cara Nonna Lea:
    bellissima la poesia, la cui dimostra la tua sensibilità ed i tuoi sentimenti di fratellanza in questo momento di tragedia a Genova…
    Purtroppo ho letto che all’alba c’stato un nuovo nubifragio…uniamoci in preghiera per tutti gli abitanti della Liguria.
    A presto, Marta.


  90. Francesca Verde ( Melbourne , Australia )

    Caissima Francesca che bello vederti a Uno Mattina…,e stata una grande sorpresa, lo schermo televisino e un abbito fatto su misura per te ti sta veramente molto bene su qualunque programma tu andrai riuscirai sempre affare innamorare tutti,ancora grazie di cuore per raccondare le nostre storie sei grandeeeeeeeeee,mia cara anche a me dispiace tanto di tutto quello che subisce la nostra Italia al momento tra piogge e tutto il resto e una Italia inginocchio, auguro che al piu presto tutto si risorvera,e per le persone che so venuto a mancare non ci resta solo che pregare per loro ,cara Nonna Lea grazie per la poesia molto comovente,lasciamo tutto nelle mani di Dio un bacione , bravo Giuseppe del (USA),son contenta a sentire che la tua salute sta migliorando ti saluto,e un saluto a tutti in salotto,
    e un forte abbraccio alla patrone di casa.
    Francesca


  91. roy ( sydney , Australia )

    Carissima Francesca,….
    anche noi , siamo rimasti molto sorpresi ed ancora in piu molto contenti di aver’ti vista come ospite su ‘UNO MATTINA’.. e come dice Francesca Verde… che saluto tanto…, anche il nostro schermo si e illuminato quando sei apparsa te.
    io, onestamente stavo al lavoro,… mi e chiamata mamma,… urlando “C’e Francesca in tv,… C’e Francesca in tv,…. io credevo la replica de la puntata GSI,…invece non,..lei me lo e registrato,… e ti ho visto piu tardi in serata.
    Speriamo veramente,… e finalemente,… che la RAI,…capisce che noi ti vogliamo piu spesso in casa nostra…!!!!! e non solo con una replica,… perche devono capire che tu hai molto ma molto in piu,… per offrire a noi,… c he anche per la RAI….!!!
    qui siamo tutti , rimasti increduli per la devastazione che sta colpendo l’Italia in questi giorni,… per lungo che per largo. i nostri pensieri, e le nostre preghiere sono sempre per le vittime innocente,… e anche per chi deve, anche li, rimboccare le maniche, e ripartire da zero.
    un grandissimo saluto a tutti in salotto,…. Don Giuseppe P.(USA),.. contento sentire che sta meglio,… pero mi raccomando,… le crocerossine… non fanno parte de la sua convalescenza….!!!!
    Francesca,….sempre grazie ,… ed un grande abbraccio
    roy.


  92. Maria Rosa Colombo ( Luján , Argentina )

    FRANCESCA come sempre il programma é bellissimo, ma ti chiedo permesso per salutare alla nonna piu bella d´Italia nel giorno del suo compleanno………AUGURI
    Dio ti benedica!!!!!!! Baci a tutti


  93. Francesco ( Toronto On. , Canada )

    Francesca, ho letto che sei stata ospide ad uno mattina, veramente non lo mai visto, forse anche per il fuso orario, ho forse perchè non guardo sempre la tv.
    Ma mi a fatto molto piacere sentire che eri, ad uno mattina, come ospide d’onore.
    Cosa pensi della crisi italiana?
    Non voglio dire, che forse noi che viviamo lontano, siamo più preoccupati, degli italiani che vivono in Italia, ma purtroppo la situazione è tragica, ed mi auguro che i politici, si mettono la mano sulla coscienza, ed voteranno tutti per una maggioranza per salvare l’Italia, e mettendo da parte i partiti, come fanno qui nel nord America..
    Certo non voglio far nessun nome, ma veramente hanno rovinata l’Italia,
    Spero che DIO ci mette la sua mano……
    Ciao Francesca, e ciao a tutti…
    Francesco.


  94. nella santo ( adelaide , sud.austrlia )

    bella francesca,grazie delle belle informazioni che sempre ci dai molto interesanti si impare sempre con te qualche cosa nuova.grazie ad agostino per tutta la bella musica che ci fa ascoltare molto aprezzata quella di mia martini una mia compaisana.salutoni a tuti gli amici in salotto e sopratutto a te mia cara francesca.continua col tuo bel lavoro.cioa a presto baci


  95. Franco ( Brooklyn(NEW-YORK) , USA )

    Ciao Francesca seguo il tuo programma assieme ad i miei (perche’ loro si interessano molto),io sono Cittadino Americano +Italiano i miei sono Residenti Americani,io vorrei sapere se vado ad abitare in Canada (perche’ ho uno zio parte di papa’ & mamma ha dei cugini) tutti a Toronto,cosa mi servirebbe,certo in Brooklyn mamma & papa’ anno paesani (SICILIANI)ma no parenti.
    Perche’siamo stati in Canada a Luglio scorso che papa’ non vedeva il fratello da 41 anni,adesso siamo stati nel Novembre’12 perche’ mio zio ha fatto 50 anni di matrimonio ed mio padre gli e’ piaciuto molto Toronto,certo anche a me’ ho i miei zii,cugini vicino quindi non sarei solo, anche perche’ per uscire dagli’USA non c’e’ problema,ma per ritornare in America fanno molti problemi.
    Sai come sarei assieme ad i miei contento se andiamo ad abitare in Toronto,
    Francesca un’ultima cosa ma quanti anni ai?,sei una bella & giovane donna io ti do non piu’di 39 anni,ciao a presto Franco da Brooklyn N.Y. Ciao.


  96. Destinazioneestero ( Istanbul , Turchia )

    Mi hai fatto tornare in mente la nostra recente visita al museo dell’emigrante di Ellis Island. Mio figlia piccola (7 anni) è rimasta molto colpita dalle fotografie e dalle valigie e i bauli lì esposti.Continuava a confrontare la nostra esperienza di emigranti con quella. Per alcuni giorni mi ha chiesto informazioni su queste persone che arrivavano lì con le navi (e non con l’aereo come ci spostiamo noi), si trasportavano con i bauli le poche cose che avevano (e non con il container come abbiamo fatto noi), e soprattutto per tanto tempo, forse per tutta la vita non hanno più rivisto i loro familiari…


  97. Marcos Petti ( San Paolo , Brasile )

    Ciao Francesca,

    Che bel testo; che bel progetto. Sono sparito da un po’ ma mi mancavano leggere i tuoi post insomma ci manca la tua persona.

    Un bacione e tante belle cose !!!!!


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